Anni '80. In una Viareggio frigida e incolore, Gianni e Sabrina, hanno una vita assolutamente normale, con una triste sciagura: una figlia definitivamente cerebrolesa. Ma una vincita al totocalcio cambia le loro vite.
Questo libro ha avuto una sorte singolare: scritto negli anni Ottanta; quando fu presentato piacque molto, ma il finale che allora appariva troppo crudo, forse crudele, scoraggiò quel tanto di audacia necessario alle scelte di novità e il tempo provvide a relegarlo negli archivi. Da dove proprio il tempo trascorso lo fa emergere come un ritorno, a suo modo profetico, nelle vere radici dell’oggi: piccola genealogia delle inaccettabili e inaccessibili tragedie rinchiuse nelle famiglie e spalancate dalla televisione. Italia profonda. Gianni e Sabrina, trentenni, lui piccolo lavoratore autonomo, lei casalinga, hanno una vita assolutamente, televisivamente, normale, con una triste sciagura: la figlia definitivamente cerebrolesa. Nulla manca alla loro normalità, dal lessico alla messa in piega, e tutto manca alla loro felicità, ma non tanto da renderli infelici. Una sola cosa posseggono sicuramente: loro stessi, l’uno e l’altra e la piccola figlia immota e silenziosa. Finché non arriva una vincita al totocalcio, non così piccola da spenderla spensieratamente, ma non abbastanza grande da cambiare la vita. Ma qualcosa deve cambiare inesorabilmente. E ciò che cambia è la coscienza che Gianni e Sabrina hanno di se stessi. D’un tratto si sentono superiori, come se fossero passati dall’altra parte dello schermo. Immaginano di essere diventati in grado di scegliere, padroni di un proprio destino, questo il male che si insinua. E perdono l’unica cosa che possedevano sicuramente. L’errore di Platini è un racconto freddo, pessimista, con una fine naturale e crudele, in cui i personaggi sono messi a nudo – nei pensieri e nei sentimenti – mentre agiscono le leggi dell’egoismo. Scritto con una narrazione estraniante, che sottrae al lettore ogni partecipazione emotiva alla vicenda ma lo confronta con la caratteristica retorica degli anni Ottanta: il miscuglio di vuoto chiacchiericcio e di forza di manipolazione, di egocentrismo e mancanza di individualità, di esaltato sentimentalismo e narcotica indifferenza, di impotenza e prepotenza, da dove provengono le vite lacerate e i loro dilemmi fatali squadernati nelle cronache dell’attualità.
1 Gennaio 2006
Il contesto n. 12
116 pagine
EAN 9788838921360
Formato e-book: epub
Protezione e-book: acs4
Francesco Recami (Firenze, 1956), oltre alle storie della Casa di ringhiera - La casa di ringhiera (2011), Gli scheletri nell’armadio (2012), Il segreto di Angela (2013), Il caso Kakoiannis-Sforza (2014), L'uomo con la valigia (2015), Morte di un ex tappezziere (2016), Sei storie della casa di ringhiera (2017), Il diario segreto del cuore (2018), La verità su Amedeo Consonni (2019), Colpo grosso ai Frigoriferi Milanesi (2023) -, con questa casa editrice ha pubblicato anche L’errore di Platini (2006, 2017), Il correttore di bozze (2007), Il superstizioso (2008, finalista al Premio Campiello 2009), Il ragazzo che leggeva Maigret (2009, 2022), Prenditi cura di me (2010, Premio Castiglioncello e Premio Capalbio), Piccola enciclopedia delle ossessioni (2015), Commedia nera n.1 (2017), La clinica Riposo & Pace. Commedia nera n.2 (2018), L’atroce delitto di via Lurcini. Commedia nera n.3 (2019), La cassa refrigerata. Commedia nera n. 4 (2020), L'educazione sentimentale di Eugenio Licitra (2021), I killer non vanno in pensione (2022) e Wunderland (2024).
Chi ha consultato la pagina di questo libro ha guardato anche: