Con un saggio di Luigi M. Lombardi Satriani
395 illustrazioni in bianco e nero, 56 tavole a colori fuori testo
Espressione di fede, pittura naïve, documento di una religiosità ingenua, gli ex voto sono un documento fondamentale delle culture popolari; in essi infatti si fissa, secondo canoni e regole determinanti, la devozione con cui la comunità guarda a chi sovrintende agli avvenimenti della vita quotidiana. Senza nulla togliere al loro carattere religioso, gli ex voto di Altavilla Milicia - un piccolo centro a pochi chilometri da Palermo - costituiscono anche una documentazione storica e antropologica di primaria importanza, una testimonianza sugli ambienti di lavoro, sul costume e sulla vita sociale.
Il complesso degli intrami e degli stami che tessono la storia della cultura non sempre si lascia facilmente riconoscere. Né le ricerche intorno a questa galassia, che troppo spesso abusano del nome di scienza, risultano in tutti i casi illuminanti. I singoli autori assai di rado si guardano infatti dalla tentazione, più o meno consapevole, di cercare nei fenomeni osservati quanto avevano già deciso di trovare. In questo modo, naturalmente, lo studio dei fatti finisce con il risolversi nella ricerca di conferme alle proprie opinioni, come dire alle proprie ideologie. È quanto è accaduto all'arte popolare. Fin dal momento in cui l'irrigidirsi della divisione in classi della società ha prodotto, sia pure non in termini di replica automatica, un'analoga articolazione della cultura, accanto a un'arte culta si è generata un'arte popolare. Non così per i critici. Condizionati da un concetto elitario di cultura e di arte, per essi l'arte popolare, per secoli, non è esistita. Neppure nel momento della piena affermazione del Romanticismo, quando, per estensione del mito illumininsta del "buon selvaggio", si scopre e si mistifica la poesia popolare, gli studiosi dedicano una qualche attenzione ai prodotti artistici del popolo. Non è certo un caso che, per la cultura europea, l'arte popolare cessa di non esserci quando i teorici del movimento preraffaellita, per loro ragioni, ne fanno un fenomeno alla moda. Ancora una volta quindi le cose ci sono quando si vuole che ci siano. Non è pertanto strano che appena da qualche decennio si sia sviluppato l'interesse scientifico per gli ex-voto, anche se, a non voler considerare certe pitture preistoriche edell'antico Egitto, di picta tabella erano ricoperte le pareti dei santuari delle civiltà classiche. Né si può rimproverare alla letteratura sull'argomento, data la sua giovane età, l'assenza di sistematicità e soprattutto di chiarezza metodologica. D'altra parte basti riflettere su quanti e quali equivoci si porta dietro il concetto di arte popolare per intendere le difficoltà cui va incontro chi voglia studiare un fenomeno, anche artistico, quale l'ex-voto (Dal testo di Antonino Buttitta).
1983
I cristalli n. 7
180 pagine
EAN 9788876810008
Non disponibile
Antonino Buttitta (1933-2017) professore emerito dell’Università di Palermo, ha insegnato per molti anni in varie Università Antropologia culturale e Semiotica. Tra le sue opere: Cultura figurativa popolare in Sicilia (1961), Ideologia e folklore (1971), Pasqua in Sicilia (1978), Il natale (1985), L’effimero sfavillio. Itinerari antropologici (1995). Con questa casa editrice ha pubblicato La pittura su vetro in Sicilia (1972 e 1991), Semiotica e antropologia (1979), Dove fiorisce il limone (1983), Gli ex voto di Altavilla Milicia (1983), Dei segni e dei miti (1996), Mito fiaba rito (2016), Antropologia e letteratura con Emanuele Buttitta (2018) e Vincere il drago (2022).
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