Finirà questa malìa?

Finirà questa malìa?

La fantasia di Perriera è visionaria, apocalittica, piena di simboli: in una Palermo futuristica, tra ologrammi, superstizioni e animali bionici, piovono morti, marchiati da una setta assassina.

Nella città di vetro - una Palermo fissata per sempre nella luminosità del suo tramonto, circondata da un mare depurato e colorato: simbolo probabilmente di saldature da società dello spettacolo tra essere e apparire, tra informazione e realtà; espressione forse di un'esperienza dell'assurdo, che trova la via di una scrittura visionaria, intenta a risvegliare una immaginazione da teatro e da certo cinema - accadono fatti inspiegabili e crudeli. Tra effetti illusionistici, strane apparizioni, diffuse superstizioni, animali bionici, agisce una setta (gruppo terroristico o lunga mano di parti del potere), gli «schiacciatori di teste»: uccidono in modo atroce. Non c'è un piano leggibile, le morti piombano su persone accomunate solo da una certa sensibilità. Indaga Ersilia, giovane vedova, minacciata e controllata dagli assassini, ma inspiegabilmente risparmiata. Intorno scorrono i giorni normali, ma tesi e resi frenetici, angosciosi, da un senso di pericolo da ultimi giorni dell’umanità. Ersilia sospetta che lo scopo sia seminare il caos delle menti, la frantumazione delle personalità. E la lotta alla spasimo, per Ersilia, non è solo scoprire la testa del serpente, ma riuscire a tenersi fuori dal delirio, non perdere la percezione del confine tra realtà vera e virtuale, sfuggire alla perfida malìa. Finirà questa malìa? è il terzo romanzo di Perriera che si muove dentro un genere che richiama una fantascienza gialla, claustrofobica e fortemente simbolica. In cui tutto vorticosamente avviene come dentro una cupola chiusa: che può essere il potere inevitabilmente oppressivo che degenera in forme capillari e diffuse di controllo; oppure la camera chiusa della mente dai cui incubi e rappresentazioni non possiamo uscire; oppure il complotto cosmico e quasi divino che sovrappone tra loro, per le potenzialità attuali dell'esperienza possibile, i piani diversi della realtà. Chiavi politiche, psicologiche, metafisiche di lettura che volutamente si mescolano e si confondono.

Autore

Michele Perriera (Palermo, 1937-Cefalù, 2010) scrittore, drammaturgo, regista, critico, giornalista, negli anni Sessanta è stato tra gli animatori del Gruppo 63, con il romanzo sperimentale Principessa Montalbo; partecipe anche del rinnovamento del teatro, ha fondato la scuola di teatro Teatès. Con Sellerio ha pubblicato la memoria-intervista Marcello Cimino. Vita e morte di un comunista soave (1991), Anticamera (1994), La spola infinita (Premio Mondello 1995), Con quelle idee da canguro. Trentasei anni di note ai margini (1997), Atti del bradipo (1998), Ritorno (2003), Uno scrittore in redazione. Articoli, cronache, critiche, commenti di vita culturale. «L’Ora» 1961-1992 (2020), i romanzi A presto (1990), Delirium cordis (1995), Finirà questa malìa? (2004), La casa (2007), I nostri tempi (2009), l’affresco autobiografico di una città e una vita Romanzo d’amore (2002). Nel 2006 gli è stato conferito il Premio della Critica Teatrale.

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