Il fiore azzurro, scritto a ottant’anni è indicabile come il capolavoro: così compatto nella sua ingannevole concisione, da non aver bisogno di chiose, perlomeno in occasione del primo incontro.
Penelope Fitzgerald definiva i suoi romanzi «microchip novels», romanzi in miniatura, scherzando sulla concisione alla quale tutti sono improntati, e che è diventata un po’ il suo marchio di fabbrica; a proposito di uno di essi Auberon Waugh, critico famoso per la sua ferocia, dichiarò che per la prima volta nella sua carriera si sorprendeva a pregare una donna di scrivere non di meno, ma di più. Presto diventata popolarissima, la Fitzgerald era stata salutata fin dal debutto come «a writer’s writer», un autore per autori, in quanto l’economia e la precisione del suo stile, la salda organizzazione del suo estro, la secchezza del suo umorismo, e la competenza sfoggiata in qualunque argomento ella affronti, sono particolarmente apprezzati da chi se ne intende. Il fiore azzurro, scritto a ottant’anni è a mio parere indicabile come il capolavoro: così compatto nella sua ingannevole concisione, da non aver bisogno di chiose, perlomeno in occasione del primo incontro. Lasciamolo parlar da sé. Masolino d'Amico
1998
La memoria n. 419
260 pagine
EAN 9788838914591
Formato e-book: epub
Protezione e-book: acs4
Penelope Fitzgerald (1916-2000), laureatasi ad Oxford nel 1939, ebbe varie esperienze di lavoro e di vita, fra l'altro il giornalismo e la storia dell'arte. Iniziò a scrivere opere narrative all'età di sessant'anni. Quasi tutti i suoi romanzi hanno vinto premi prestigiosi fra cui il Booker Prize. Questa casa editrice ha pubblicato Il fiore azzurro (1998), La libreria (1999), L'inizio della primavera (1999), Il cancello degli angeli (2001), Il Fanciullo d'oro (2002), Voci umane (2003), La casa sull'acqua (2003), Innocenza (2004) e Strategie di fuga (2008).
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