Una delle più commoventi narrazioni di Palermo. E un racconto che non ha paura di mescolare lo sguardo soggettivo del narrante, la forza delle proprie emozioni vitali, con le mille storie raccontate. Cioè di raccontare, in realtà, uno sguardo che passa malinconicamente su una città malinconica.
Mario Giorgianni è morto nel 2011. Ha lasciato inedito questo singolare romanzo che racconta una città, Palermo, come forse non si è fatto mai: come una città di fantasmi. Ectoplasmi urbanizzati (un po’ come quelli di Buzzati) che non hanno bisogno di situazioni gotiche per apparire, ma che della città, causa il suo stratificarsi nel tempo e nello spazio, sono i naturali abitanti. E anche solo l’uso funzionalmente narrativo dei nomi autentici delle vie e dei luoghi (nomi segreti, di fatto, spesso sconosciuti o storpiati dai cittadini stessi e che raramente si trovano nei libri), in se stessi fantastici e fantasmagorici, dà l’effetto di una sorta di città occulta, sviluppatasi indipendentemente per ospitare diverse dimensioni dell’esistenza.
È in esse che circola l’io narrante. «Un fallito» si definisce spietatamente, ma si capisce che è solo il primo dei fantasmi. Il primo, come i suoi personaggi – la prostituta bambina; il mastro Rosario e la sua vendetta; Paolo Blundo il cuoco dell’Ucciardone; la Matriarca della baracca della pergola; il rigattiere di libri; Ario Baresinò il veggente; l’antiquario dei libri; gli amici scomparsi e tutti gli altri – il primo incapace di stare bene dietro la maschera di realtà in cui si sforza, fallimentarmente, di vivere la città civile e delle carriere. È un architetto che insegna all’università. Ha un progetto di lavoro da sviluppare. Incappa in un imbroglio di fantasmi veri e di incappucciati, che forse tessono e nascondono una speculazione intorno all’enorme e antichissimo ex Monastero – «è presumibile che nelle cripte della Martorana siano conservati i resti di almeno cinquecento cadaveri» – dove ha sede la facoltà di Architettura. Ma il compito che sente veramente suo è quello di tentare di sistemare – tra se stesso e la realtà – i suoi cari tanti fantasmi. Prima di morire.
Ne esce una delle più commoventi narrazioni di Palermo. E un racconto che non ha paura di mescolare lo sguardo soggettivo del narrante, la forza delle proprie emozioni vitali, con le mille storie raccontate. Cioè di raccontare, in realtà, uno sguardo che passa malinconicamente su una città malinconica.
2012
La memoria n. 908
112 pagine
EAN 9788838927706
Formato e-book: epub
Protezione e-book: acs4
Mario Giorgianni (1945-2011), architetto, è nato e vissuto a Palermo, dove ha insegnato Progettazione e Composizione alla Facoltà di Architettura. Ha scritto saggi sulla storia delle città e sul paesaggio della Sicilia. Con questa casa editrice ha pubblicato: La pietra vissuta. Il paesaggio degli Iblei (1978), Il taglio di via Roma (2000), Ricerca e didattica nella progettazione architettonica (2004), La forma della sorte (2012), La società della serra (2013) e ha curato insieme ad Antonio Santamaura l’opera di Vincenzo Di Giovanni Palermo Restaurato (1989).
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