Una riflessione sul ruolo educativo della scuola nella difficile formazione degli alunni 'a rischio' cresciuti in terra di mafia.
Oggetto d'attenzione di questo libro è la biografia dell'alunno 'a rischio', il suo passaggio vistoso e tumultuoso dal canale formativo. È anche il connesso processo di emarginazione che, più o meno consapevolmente, il sistema scolastico attiva nei suoi confronti, contraddicendo le sue grandi finalità, e, in definitiva, anche se stesso. Si tratta di una dinamica che l'allievo vive come autoespulsione, ma che, in realtà, è il risultato di una spirale perversa tra sistema e persona, tra astratti modelli istituzionali e soggetti di diritto. Da qui l'autore si interroga sugli esiti del riformismo scolastico nella scuola dell'obbligo e sulle forme di compatibilità tra cultura mafiosa e modalità di riproduzione di modelli propri della cultura dominante, tenendo presente una prospettiva teorica (Adler, Rogers, Gordon) che vuole suggerire un percorso possibile, per disegnare operativamente - al di là di ogni retorica e di ogni improvvisazione - una comunità educativa fondata sulla tanto conclamata, quanto disattesa, centralità dell'alunno.
1 Gennaio 1996
Nuovo prisma n. 7
188 pagine
EAN 9788838912719
Giuseppe Casarrubea, storico, è preside della scuola media «G. B. Grassi Privitera» di Partinico (Palermo). Ha scritto tra l'altro: I fasci contadini e le origini delle sezioni socialiste della provincia di Palermo, Palermo 1978; Uomini e terra a Partinico, Palermo 1981; Società e follia in Sicilia, Palermo 1984; I parrocchiani di Partinico e Montelepre, Palermo 1987; Nella testa del serpente. Insegnanti e mafia a Palermo (con Pia Blandano), Molfetta (Bari), 1994. Con questa casa editrice ha pubblicato Intellettuali e potere in Sicilia, 1983, e L'educazione mafiosa (con Pia Blandano), 1993.
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