Le memorie di una ragazza della provincia toscana: la vita in campagna, la famiglia, il collegio. Un romanzo d’esordio dal sapore ottocentesco non privo di tratti di modernità.
Soprattutto all’inizio, quando vuole coincidere con quella di una bambina, la memoria che dà forma a questi Giorni delle bisce nere rifugge dall'ancorarsi a date precise, così come evita di segnalare nomi di luogo troppo definiti. Tuttavia, al di là dell'indeterminatezza che presiede all'avvio del racconto, nell'avanzare da una pagina all'altra un certo tempo e un certo spazio recuperano confini sempre più netti, scavando fra anni ancora memori di una grande guerra esplosa nel mondo e isolando un lembo di territorio alle falde dell'Appennino tosco-emiliano. E, insieme a questo lento recupero di calendari e di mappe, c'è una folla di personaggi che fa ritorno dal passato fino a proporsi in tratti ben stagliati. Fra tutti, ad aprire e a chiudere il racconto, c'è la figura di una nonna che, se - lei - non ha mai avuto paura delle bisce nere nascoste nei prati e nelle vigne, si è però smarrita nell'angoscia fino a installarvisi senza possibilità di scampo. Ma, insistendo nella rievocazione, mai succube dei compiacimenti gratuiti della nostalgia, la memoria dapprima bambina e poi adolescente è come se fosse attratta proprio da questo ritratto del dolore. Come se lì più che altrove fosse cifrata una difficile mèta da raggiungere, a partire dalla quale sarebbe possibile vivere in consapevolezza e, toccata tale consapevolezza, riuscire a raccontarsi.
1 Gennaio 1998
La memoria n. 422
172 pagine
EAN 9788838914607
Maria Cristina Faraoni, di origine toscana, si è laureata a Firenze con Piero Bigongiari e da anni vive a Torino, dove ha insegnato nella scuola media. Questo è il suo primo romanzo.
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