L'analisi della produzione sinfonico-corale traccia in maniera puntuale la complessa personalità del compositore. Accompagnata da un'inedita conversazione con Goffredo Petrassi.
Musicista e compositore che ha attraversato da protagonista tutto il Novecento musicale, Goffredo Petrassi è un artista la cui creatività, segnata dall'estremo rigore formale e dalla piena consapevolezza archietettonica della struttura, non ha mai proceduto dall'applicazione prestabilita di canoni teorici. Questa è la cifra distintiva che lo colloca anche storicamente sullo scenario della sua epoca, l'epoca delle avanguardie da Schömberg a Webern, passando per Stravinskij, Bartok, Varese, la prima inizio secolo e la seconda del dopoguerra. Allievo del Casella neoclassico e debuttante in un'età in Italia di chiusura per la musica (chiusura compensata da una formazione musicale da lui definita «clandestina»), rispetto alle dominanti avanguardie Petrassi si è mostrato contemporaneamente aperto e rigorosamente coerente con i propri principi compositivi (secondo quello che lui stesso ha definito «un rapporto di dare e di avere»). Il libro di Maurizio Billi analizza il Petrassi della produzione sinfonico-corale (Salmo IX, Magnificat, Coro di morti, Noche Oscura, Orationes Christi), le opere che probabilmente più di altre aiutano a identificare la personalità originale del compositore: «È evidente - scrive l'autore - che le cinque grandi opere sinfonico-corali, seppur rappresentative all'interno della produzione petrassiana, da sole non bastano a definire in maniera esauriente la complessa personalità del musicista. Tuttavia, proprio quei lavori sono in grado di fornirci, forse più di altri, l'esatta dimensione della religiosità del compositore, che emerge in modo esplicito non tanto dalla scelta dei testi quanto dall'interpretazione che la musica ne offre... Il risultato sorprendente che si presenta alla fine di ogni analisi è di scoprire che dalla fredda e lucida esplorazione delle partiture emerge a poco a poco il complesso e profondo mondo interiore dell'uomo-artista. Una musica, dunque, capace di un autentico simbolismo, e intesa - per dirla con Heidegger - come "linguaggio cifrato della trascendenza". Basti pensare, a questo proposito, a Noche Oscura, in cui il simbolismo della figura musicale diventa l'elemento catalizzatore di tutto il lavoro».
1 Gennaio 2002
Nuovo prisma n. 37
132 pagine
EAN 9788838918100
Maurizio Billi (Roma, 1964), si è diplomato presso il Conservatorio di Santa Cecilia a Roma in Composizione, Musica Corale, Direzione di Coro e Strumentazione per banda. I suoi lavori, pubblicati e incisi dalle più note case discografiche, sono stati eseguiti con successo in Italia e all'estero e radiodiffusi dalla Rai. Dal 1992 è Direttore della Banda musicale della Polizia di Stato.
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