Grammatica siciliana

Grammatica siciliana

Introduzione di Alberto Vàrvaro

La prima grammatica siciliana pubblicata da Giuseppe Pitrè alla fine dell’Ottocento: una chiave per agevolare l'accesso al patrimonio folclorico siciliano.

Il Saggio d’una grammatica del dialetto e delle parlate siciliane di Giuseppe Pitrè apparve nel 1875, nel primo dei quattro volumi di Fiabe, novelle e racconti popolari siciliani, appartenenti alla «Biblioteca delle tradizioni popolari siciliane». Fin dall’inizio Pitrè aveva mostrato interessi linguistici. A soli ventun’anni stampava un Saggio d’un vocabolario di marina italiano-siciliano e ancora 12 anni dopo la sua morte vedrà la luce il suo Supplemento ai dizionari siciliani. Questa lunga fedeltà è indizio che l’interesse per la lingua non era, in Pitrè, strumentale, ma una chiave per agevolare l’accesso al patrimonio folclorico siciliano. Inoltre il Saggio non è privo di meriti specifici. Il capitolo sulla morfologia è una novità assoluta. I punti più qualificanti sono però due: la consapevolezza dell’inscindibilità di studio folclorico e studio linguistico e quella della estrema varietà grammaticale e lessicale delle parlate siciliane.

2008

Tutto e subito n. 13

100 pagine

EAN 9788838922763

Non disponibile

Autore

Giuseppe Pitrè (Palermo 1841-1916), medico, senatore del Regno è una delle maggiori personalità della cultura siciliana. Pur tenendo conto delle analisi di studiosi successivi (S. Bonanzinga, I. E. Buttitta, T. Cusimano, S. D’Onofrio, G. D’Agostino, M. Giacomarra, F. Giallombardo, E. Guggino) la sua Biblioteca delle tradizioni popolari siciliane, in 25 volumi, è documento esemplare di una cultura regionale. A parte ricadute romantiche, ancora avvertibili in Canti popolari siciliani (1870-71), l’ottica scientifica di Pitrè si impone per il suo impianto storicofilologico. La scelta di questa prospettiva è evidente in Spettacoli e feste popolari siciliane (1881) e in Feste patronali in Sicilia (1900), ma anche in Usi e costumi, credenze e pregiudizi del popolo siciliano (1887-88).
L’insistenza in Fiabe, novelle e racconti popolari siciliani (1875) nella ricerca di varianti e riscontri ai testi pubblicati, e più ancora i riferimenti ad altre culture nei Giochi fanciulleschi siciliani (1883), documentano la sua progressiva adesione all’antropologia evoluzionista. Se si pensa che a Palermo la casa editrice Sandron veniva pubblicando i classici europei di orientamento positivista, in particolare di psicologia sociale, si può pertanto intendere perché Pitrè, chiamato all’insegnamento universitario, denominò la sua disciplina Demopsicologia.

Altri titoli in catalogo

Suggerimenti

Chi ha consultato la pagina di questo libro ha guardato anche:

X

Suggerisci il libro ad un amico

Caro lettore, inserisci i tuoi dati e quelli di una persona alla quale desideri inviare questa segnalazione. Puoi inoltre aggiungere un messaggio per personalizzare la e-mail.

Leggi e accetta l’informativa sulla privacy ▽

X

Inviaci la tua recensione

Caro lettore, se desideri puoi inviarci la tua recensione di questo libro e condividerla con altri lettori.
I contenuti inseriti in questa pagina saranno pubblicati sul sito nei prossimi giorni, previa valutazione dell’editore.

Massimo 1800 caratteri

Leggi e accetta l’informativa sulla privacy ▽

X

Scrivi all’autore

Cari lettori, se volete scrivere ad uno dei nostri autori saremo lieti di inoltrare le vostre lettere.
Tuttavia, vi ricordiamo che non possiamo assicurarvi una risposta.

Leggi e accetta l’informativa sulla privacy ▽