Storici, critici, linguisti, filologi, antropologi, esperti della comunicazione, italianisti propongono una interpretazione del successo di Andrea Camilleri a partire dalla propria disciplina.
Per i 90 anni di Camilleri un omaggio allo scrittore, una chiave di lettura della sua opera.
Ha conosciuto Pirandello e ha fraternizzato con Sciascia. Ha percorso molto più di mezzo secolo di storia e di letteratura, chiamando attorno a sé l’orizzonte. Ha maniere cattivanti, sapide: da conversatore; e da maestro di cerimonie. Procede con il passo dell’avventura, tra avvisi vari di pericolosità sociale, di criminalità politica e di stoltezza governativa. Mostra e sbeffeggia i lati osceni della violenza privata e pubblica. Rende grottesca la ciarlataneria demagogica (di ieri e di oggi: col petto in fuori e mascella, sempre, a ferro di cavallo) o l’imbecillaggine dei marescialli dei regolamenti devoti all’accanimento burocratico. Fa schioccare le dita, ed ecco che ogni sua parola diventa un evento sonoro; ogni sua pagina un tripudio del linguaggio: una ribalta teatrale. Camilleri scavalca i generi letterari e le loro frigide regole. Predilige i contagi formali e mette tutto (cronaca, storia, ricerca erudita, pamphlet, saggismo, antropologia di riti e di ghiotte imbandigioni) in prosa di romanzo, con perfetta ingegneria: con leggerezza umoristica, malizia burlesca e tragicomica moralità. La vocazione topografica, alimentata da un magazzino di paesaggi, gli ha fatto costruire un brano di paese, che si spazializza con l’infallibile esattezza geometrica del suo distendersi nelle narrazioni attivate dalle indagini non proprio protocollari e dalle gag di un commissario che non finisce mai di far la punta al suo ingegno e ha il garbo domestico dell’uomo della porta accanto. Vigàta è un villaggio-mondo, provincia d’Italia, sempre lo stesso e sempre vario. Dentro il suo compatto organismo, condivide lingua e costumi, ludi e motteggi, tic mimici e tic verbali, slanci umani e suggestioni mafiose, memorie e genealogie, propensione alla recita e, quando capita, al deragliamento mentale. Di questo Gran Teatro, a variazioni sceniche, Camilleri ha fatto il suo regno.
I diciassette saggi, qui strutturati in volume, scendono nella sala macchine dell’imponente e prodigioso Teatro Camilleri, e organizzano persino escursioni stravaganti per le strade del fenomeno Montalbano e peripli attorno alle copertine dei romanzi. Sono guide d’autore, firmate, oltre che dal curatore, da Tullio De Mauro, Franco Lo Piparo, Giovanni De Luna, Giuliana Benvenuti, Giuseppe Lupo, Salvatore Ferlita, Salvatore Bancheri, Ermanno Paccagnini, Vittorio Spinazzola, Matteo Palumbo, Mauro Novelli, Emiliano Morreale, Paolo Giovannetti, Roberto Scarpa, Stefano Jossa, Stefano Salis. Salvatore Silvano Nigro
24 Settembre 2015
La diagonale n. 135
268 pagine
EAN 9788838933851
Formato e-book: epub
Protezione e-book: acs4
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