La grande impresa. Domenico Caracciolo viceré e primo ministro tra Palermo e Napoli

La grande impresa. Domenico Caracciolo viceré e primo ministro tra Palermo e Napoli

«Cosa fa degno di fama Domenico Caracciolo? A nostro giudizio la volontà di realizzare una grande impresa, da lui definita l’epopea della resurrezione siciliana»: il bilancio dell’azione di un personaggio tra i più controversi della travagliata storia del regno del sud.

Sullo sfondo della «difficile unione» tra la Sicilia e Napoli, il grande storico siciliano punta la lente d’ingrandimento della ricerca su una figura dominante e multiforme dell’Illuminismo europeo e traccia il bilancio dell’azione di un personaggio tra i più controversi della travagliata storia del regno del sud. «Cosa fa degno di fama Domenico Caracciolo? A nostro giudizio – sintetizza Francesco Renda – la volontà di realizzare una grande impresa, da lui definita l’epopea della resurrezione siciliana, per creare le basi necessarie allo sviluppo delle arti, dell’agricoltura, della industria, del commercio e della cultura generale del Regno di Sicilia. Tutta la storia del viceregno di Caracciolo è concentrata nella realizzazione di quella impresa, formalizzata in proposta di catastazione generale del territorio isolano e di trasformazione della imposta personale in imposta sulla terra, che avrebbe fatto pagare solo chi ne aveva il possesso. Caracciolo aveva una cultura europea. Prese perciò a modello il catasto già realizzato in Lombardia, in modo che nella sua esecuzione si adottasse lo stesso metodo e si ottenessero i medesimi risultati della Lombardia. Ed era quel metodo, il Sud che agiva alla stessa maniera del Nord, la vera novità rivoluzionaria, cui i baroni siciliani opposero un accanito rifiuto. Fu chimera o utopia quello che Caracciolo avrebbe voluto attuare?».

2010

Quaderni della Biblioteca siciliana di storia e letteratura n. 110

172 pagine

EAN 9788838924910

Autore

Francesco Renda (1922-2013), storico eminente, professore emerito di Storia Moderna nell'Università di Palermo, ha scritto un gran numero di testi. Tra l'altro: La Sicilia del 1812 (Caltanissetta-Roma, 1963), Risorgimento e classi popolari in Sicilia (Milano, 1968), Socialisti e cattolici in Sicilia (Caltanissetta-Roma, 1972), I fasci siciliani (Torino, 1977), Movimenti di massa e democrazia nella Sicilia del dopoguerra (Bari, 1979), Contadini e democrazia in Italia (Napoli, 1980). Con questa casa editrice ha pubblicato i tre volumi della Storia della Sicilia dal 1860 al 1970 (1984, 1985, 1987,1999), I Beati Paoli. Storia, letteratura e leggenda (1988), Il 1º maggio 1890 (1990), L'espulsione dei Gesuiti dalle Due Sicilie (1993), La fine del giudaismo siciliano (1993), L'Inquisizione in Sicilia. I fatti. Le persone (1997), Sicilia e Mediterraneo. La nuova geopolitica (2000), Salvatore Giuliano. Una biografia storica (2002), i tre volumi della Storia della Sicilia dalle origini ai giorni nostri (2003), Autobiografia politica (2007) La grande impresa. Domenico Caracciolo viceré e primo ministro tra Palermo e Napoli (2010) e Maria Carolina e Lord Bentinck nel diario di Luigi de' Medici (2011).

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