La sceneggiatura del film mai realizzato da Giuseppe Tornatore sui 900 giorni dell’assalto nazista a Leningrado. È la storia di una violoncellista e dei suoi figli durante l’assedio della città di Pietro il Grande da parte dei tedeschi nella Seconda guerra mondiale.
Il lavoro forse più lungo del regista Giuseppe Tornatore è un film inesistente. Circa cinque anni in viaggi, indagini, ricerche d’archivio, incontri, interviste con testimoni, dietro alla pellicola da girare. Leningrado è la storia di una violoncellista e dei suoi figli e familiari durante l’assedio della città di Pietro il Grande da parte dei tedeschi nella Seconda guerra mondiale.
Un film epico che attraverso il tragico individuale avrebbe messo in scena gli orribili 900 giorni dell’assalto nazista a Leningrado, per fissarli nel ricordo che ancora non le viene riconosciuto.
Tutti sanno di Stalingrado e della sua difesa. Pochi hanno idea del supremo martirio di Leningrado. Hitler aveva deciso di prenderla senza spreco di armamenti, letteralmente per fame, in tre mesi di assedio secondo i calcoli dei suoi esperti nutrizionisti. E invece i leningradesi sopravvissero per tre anni vittoriosamente. Ci riuscirono lungo mesi di orrore: il cannibalismo e il sacrificio dei figli più deboli per destinare il cibo ai più forti, il feroce rigore dei controlli degli apparati di sicurezza. Ma ci riuscirono innanzitutto perché seppero nutrire lo spirito, se non potevano i corpi. La vita intellettuale della città dell’Hermitage e del teatro Kirov, di Šostakovič (che proprio in quei giorni compose la Settima Sinfonia), non si attenuò nemmeno per un giorno.
Tutto questo è rappresentato in Leningrado, la sceneggiatura qui pubblicata del film invisibile di Tornatore. Ma il libro non è solo questo. Il regista ricostruisce in un’ampia Nota le peripezie che hanno segnato i tentativi di produzione fin dai primi momenti. L’andamento delle ricerche storico documentali, la ricognizione delle location, gli incontri con i diversi possibili finanziatori, ciascuno con il proprio interesse da far valere (non sempre e non solo economico) e con la propria tattica aziendale, in una dialettica viva con le ragioni culturali degli autori. Insomma è la concreta industria del cinema che ci passa davanti agli occhi, in una cronaca senza egocentrismi e senza gossip; come il backstage su un film mai nato.
22 Febbraio 2018
La memoria n. 1091
368 pagine
EAN 9788838937491
Formato e-book: epub
Protezione e-book: acs4
Giuseppe Tornatore (Bagheria, 1956), regista premio Oscar 1990, con Sellerio ha pubblicato il volume della sua produzione giovanile come fotografo Opera prima (1990) e le sceneggiature di Nuovo Cinema Paradiso (1990), Baarìa (2009), La migliore offerta (2013) e La corrispondenza (2016) nonchè del film mai realizzato Leningrado (2018). Altre edizioni: Io lo chiamo cinematografo. Conversazione con Francesco Rosi (2014), Diario inconsapevole (2017).
Massimo De Rita (1934-2013), produttore, scrittore, sceneggiatore. Nastro d’Argento 1969 con Banditi a Milano di Lizzani. Ha lavorato per Fellini, Pasolini. Con La Piovra di Damiani inventa la lunga serialità italiana. Con Tornatore ha scritto Il Camorrista e collaborato a Stanno tutti bene e La sconosciuta.
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