La nave dell'ammiraglio Cabral salpò da Belém in Portogallo il 9 marzo del 1500, avvistò la costa americana il 29 aprile, sbarcando per la prima volta europei in terra brasiliana il giovedì 30 aprile del 1500. Inizia quel mito del buon selvaggio abitante un intatto paradiso, che sconvolgerà la coscienza dell'Occidente rendendo maggiorenne l'Europa.
La nave dell'ammiraglio Cabral salpò da Belém in Portogallo il 9 marzo del 1500, avvistò la costa americana il 29 aprile, sbarcando per la prima volta europei in terra brasiliana il giovedì 30 aprile del 1500. Pero Vaz de Caminha, lo scrivano che stese relazione per re Don Manuel della scoperta dello sbarco e dei primi incontri, era sulla nave, da dove datò il suo documento 1º maggio 1500. La Letterasulla scoperta del Brasile è dunque un inizio assoluto. Caminha - che sembra ignorare di ricchezze più cospicue che non siano quelle che offre il clima salubre e la feracità apparente della terra - è colpito dalla buona disponibilità degli indigeni, dalla semplicità dei costumi, dall'assenza di gerarchie, dal loro carattere sincero e giocoso, dalla robusta salute dei corpi. «La loro innocenza è tale - ripete a ogni passo - che quella di Adamo non sarebbe maggiore»: inizia quel mito del buon selvaggio abitante un intatto paradiso, che sconvolgerà la coscienza dell'Occidente rendendo maggiorenne l'Europa.
1 Gennaio 1992
La memoria n. 249
88 pagine
EAN 9788838907883
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