Un’antologia di lettere di donne europee, dal Settecento all'Ottocento, che traccia una testimonianza della sorda e spesso nascosta protesta femminile nei confronti di una sottomissione al controllo maschile e di un'esclusione dalla produzione letteraria.
«Di sera, lo confesso, in realtà penso, ma non importuno mai nessuno con i miei pensieri». Poche donne, nella storia, verosimilmente hanno avuto il coraggio dell'ironia tagliente di Charlotte Brontë che agli inizi della sua carriera di scrittrice così rispondeva a un poeta che le scriveva di abbandonare la letteratura perché occupazione poco adatta e confacente a una donna. E il divieto secolare di essere autore, di assumere una dimensione pubblica e creativa avrà impedito di esprimersi a molti talenti e di nascere a innumerevoli opere. Già era difficile, per una donna, avere, come scrive Virginia Woolf, «una stanza tutta per sé», un luogo dove appartarsi a fantasticare, a scrivere, a leggere: un posto dove poter stare lontana dalla sguardo degli uomini. E probabilmente il divieto di scrivere e di dedicarsi alla produzione letteraria era appunto figlio di quel più micidiale divieto: il divieto a una privatezza indisturbata. Man mano che la ricerca storica procede, e accresce il suo interesse sull'argomento dell'esclusione, emergono le aree e i modi in cui si esercitava quella segregazione minuziosa e scientifica che ha escluso da sempre le donne dalla pubblica ribalta, insieme sottoponendole al controllo continuo del maschio: questo libro rivolge un cono di luce sul divieto di scrivere. E lo fa indirettamente, concentrandosi sull'unico genere letterario che le donne potessero coltivare senza difficoltà. Il genere epistolare. Due secoli di lettere di donne europee, dal Settecento («secolo delle donne») al più conformista e oppressivo Ottocento. In esse si riversavano talenti narrativi e si sfogava il desiderio di scrittura. Corrispondenze trovate grazie all'impegno di un gruppo di studiose e studiosi, che si dedica a raccogliere gli epistolari femminili eruropei per la cura generale di Franca Zanelli Quarantini. Per cui l'interesse di questa raccolta di più di centotrenta lettere - l'autrice di ognuna delle quali è presentata con una breve notizia biografica che permette di comprenderne il contesto, e divise in sezioni generali introdotte da note storico critiche - è molteplice. Sono testimonianza di una sorda e spesso nascosta protesta; documento delicato di una controversa coscienza, di una difficile identità. Sono letteratura vera nell'unico esercizio e nell'unica pratica accessibile. Sono soprattutto i rari momenti in cui si possono osservare le donne del passato (certo, quelle appartenenti ai ceti letterati) nel loro spazio autonomo, «lontane dalla sguardo degli uomini», come diceva Stendhal.
2004
La nuova diagonale n. 55
492 pagine
EAN 9788838919558
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