Si racconta delle traversie di una fanciulla peruviana - Zilia - di valore e sfortunata, strappata al suo paese e trapiantata in Francia che alla fine trova una sua libertà rifiutando il matrimonio e rifugiandosi nello studio.
La vita di Madame de Grafigny - almeno una parte, ché la seconda, dopo pressappoco la pubblicazione di questo romanzo, fu avvolta nella maggior dolcezza settecentesca - sembra una biografia ottocentesca di donna, umilmente e tenacemente vocata alle lettere, colpita dal bisogno, dal pregiudizio contro le donne, dalle sventure sentimentali, ma a cui le umiliazioni non lasciano altro riparo e identificazione che appunto nella scrittura. Di piccola nobiltà, presto vedova di un uomo violento e dissoluto, senza mezzi, fu istitutrice presso la casa di un gran nobile di Lorena; costretta a lasciarla, e dopo aver subito offesa proprio dalla donna più ammirata, la compagna di Voltaire Emilie, andò a Parigi a scrivere conducendo vita piccina. Fino alla pubblicazione di questo romanzo epistolare, a sfondo inevitabilmente, e velatamente autobiografico, che le diede una certa celebrità. Si racconta delle traversie di una fanciulla di valore e sfortunata, che alla fine trova una sua libertà rifiutando il matrimonio e quindi la sua dipendenza, e rifugiandosi nello studio. La fanciulla è la peruviana Zilia, strappata al suo paese e trapiantata in Francia: e l'esotismo della protagonista, che si adegua alla moda illuministica del tempo, può leggersi anche come l'accentuazione simbolica di una sofferta estraneità.
1992
La memoria n. 265
204 pagine
EAN 9788838908521
Françoise-Paule d’Issembourg du Buisson d’Happoncourt, Madame de Grafigny (Nancy, 1695-Parigi, 1758) pubblicò le Lettere di una peruviana nel 1747. Aveva già scritto meno fortunate opere di intrattenimento e una raccolta di racconti, nessuna delle quali conservataci. Postuma è una Vita privata di Voltaire e di Madame du Châtelet (pubblicata nel 1820).
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