Un nuovo personaggio letterario, un precario dei nostri giorni che allevia i malanni delle persone consigliando loro buone letture. È così che i libri, i romanzi, la poesia, finiscono di essere pagine e inchiostro e sembrano diventare tutt’altro: medicamenti, terapie, e persino strumenti di indagine nell’oscurità di un delitto.
«Non c’è nessuna coerenza nelle nostre vite» pensa il protagonista di questo romanzo. «Ci siamo solo noi, che la reclamiamo. A creare l’universo non può che essere stato uno scrittore fallito». Ma se è così che stanno le cose, può un essere umano vivere la propria vita come se scrivesse un racconto che qualcuno deve leggere?
Vince Corso è un professore precario, non più giovanissimo. È nato dalla relazione fugace della madre, che lavorava in un hotel a Nizza, con un viaggiatore e, ogni volta che ne sente il bisogno, Vince manda una cartolina al padre sconosciuto all’indirizzo dell’albergo. L’unico ricordo che ha di quell’uomo sono tre libri lasciati nella stanza come un’eredità che gli ha segnato l’esistenza: Vince ora è un’anima di letterato che ha letto forse troppo, convinto che la scrittura sia una strana menzogna capace di manipolare la vita, perché, come dice Céline, «se si immerge un bastone in un lago per vederlo intero bisogna spezzarlo» e per lui i romanzi sono quel lago.
Per sbarcare il lunario, si inventa una professione, la biblioterapia. Qualcuno gli parla del proprio male, nello spirito o nel corpo, drammatico o ridicolo, e Vince gli consiglia un libro come medicina. Da principio lo fa con timidezza ma, poco a poco, si conquista una clientela, fatta di sole donne. E intanto lo prende un’intrigante curiosità per l’enigma del rapporto fatale tra la letteratura e la vita. E quando scopre che la vicina di casa che lo salutava sul pianerottolo è scomparsa, e che il marito è accusato di omicidio, comincia a studiarla attraverso i libri che la donna leggeva e di cui un libraio solitario e saggio aveva conservato traccia nei suoi schedari. Fino a convincersi che quella donna, con la sua scomparsa, sta scrivendo una storia che soltanto lui potrà decifrare. Forse, la verità che emerge da quella lettura-investigazione sarà una mesta vittoria della vita sulla sua adescatrice: la letteratura.
Fabio Stassi è stato ispirato dall’aver curato per questa casa editrice l’edizione italiana di Curarsi con i libri di Berthoud ed Elderkin. Ne è venuto un romanzo avvolto in un’atmosfera di mistero fantastico, pieno di malinconia perché ha a che fare con l’illusorio e l’effimero, carico di intelligenza perché vaga nel labirinto circolare vita-scrittura.
12 Maggio 2016
La memoria n. 1031
288 pagine
EAN 9788838935237
Formato e-book: epub
Protezione e-book: acs4
Fabio Stassi (Roma, 1962) ha pubblicato con Sellerio: L’ultimo ballo di Charlot, tradotto in diciannove lingue (2012, Premio Selezione Campiello 2013, Premio Sciascia Racalmare, Premio Caffè Corretto Città di Cave, Premio Alassio Centolibri), Come un respiro interrotto (2014), un contributo nell’antologia Articolo 1. Racconti sul lavoro (2009), Fumisteria (2015, già Premio Vittorini per il miglior esordio), Angelica e le comete (2017), Mastro Geppetto (2021, Premio Dessì 2022, Premio Benedetto Croce 2022, Premio Stresa 2022), il «discorso» sul potere terapeutico dei versi di Dante E d'ogni male mi guarisce un bel verso (2023) e Bebelplatz. La notte dei libri bruciati (2025); e inoltre i romanzi con protagonista il biblioterapeuta Vince Corso, La lettrice scomparsa (2016, Premio Scerbanenco), Ogni coincidenza ha un'anima (2018), Uccido chi voglio (2020), Notturno francese (2023). Ha inoltre curato l’edizione italiana di Curarsi con i libri. Rimedi letterari per ogni malanno (2013, 2016) e di Crescere con i libri. Rimedi letterari per mantenere i bambini sani, saggi e felici (2017).
A Fabio Stassi è stato conferito dalla sezione tedesca del PEN International il Premio Hermann Kesten 2024 per la difesa della libertà di parola.
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