Il secondo romanzo di Kusniewicz pubblicato in Italia conferma la grandezza dello scrittore polacco: uno dei più importanti «casi» letterari degli ultimi anni.
Dopo i quattro romanzi tradotti in francese e i due (Il re delle due Sicilie e questo che nella stessa collana lo segue) tradotti in italiano, si può senza azzardo affermare che Andrzej Kusniewicz è il più grande scrittore di cui si abbia avuto rivelazione in questi ultimi anni. E benché il suo «caso» sia rimasto in Italia, dopo la pubblicazione del primo romanzo, in una cerchia ristretta di attenzione, di affezione, di entusiasmo, non c'è dubbio che troverà, con questo libro e con gli altri che presto saranno pubblicati, un'ampiezza e una risonanza paragonabili a quelle di Joseph Roth, alla cui stessa area (l'impero austriaco) ed aere («il crepuscolo di un mondo») i libri di Kusniewicz si appartengono. Solo che il gioco di Kusniewicz è tanto più sottile e complesso, tanto più labirintico; e di un incanto che non viene soltanto dal crepuscolo e dalla nostalgia, ma dall'intessere il tempo - ritrovato al momento in cui più luminoso e fragile sta per perdersi - con un ardimento e una sensualità impareggiabili.
1 Gennaio 1983
La memoria n. 64
148 pagine
EAN 9788838902260
Non disponibile
Di Andrzej Kuśniewicz (1904-1993), polacco di Galizia, questa casa editrice ha pubblicato: Il re delle due Sicilie (1981), Vetrate (1988), Assenza di gravità (1990), Conversione (1995).
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