Le memorie di un editore tra i più vivaci, intraprendenti e innovativi del Novecento europeo: in uno stile vivace si susseguono le riflessioni sull’intellighenzia tedesca, sull’industrializzazione del mercato librario e sulle difficoltà di un’editoria indipendente, sulle possibili alternative alla globalità di una mercificazione disumanizzante, sull’Italia e sulla sua cultura.
«Un libro che racconta la sopravvivenza di una famiglia cattolica durante il nazismo e l’impatto di un giovane con la situazione degli anni del dopoguerra, un libro sulla passione del fare libri (e su chi la ostacola) e sull’Italia vista dal difuori (con simpatia).
«La sopravvivenza. Per sopravvivere fu fondamentale saper individuare le persone di cui ci si poteva fidare e quelle di cui era meglio non fidarsi. È chiaro che fino agli ultimi giorni della guerra ci furono dei pazzi che marciavano per strada con stivali chiodati e a chiunque gli venisse incontro urlavano in faccia provocatoriamente “Heil Hitler!”, oppure vaneggiavano di una “prodigiosa arma del Führer”. Intanto, ormai da un bel po’, la maggior parte dei cittadini era diventata stranamente silenziosa. Si sperava nella fine della guerra e, nello stesso tempo, si temeva la vendetta di chi fino a poco prima, considerato inferiore, era stato assassinato, umiliato e derubato.
«Ma dopo l’8 maggio 1945 fu comodo spacciare proprio questo prudente silenzio per la menzogna secondo cui si era stati contrari da sempre. Nelle città più piccole questo ritocco a posteriori dei curricula e delle carriere di partito non fu così facile, ma perfino lì continuò ad esserci una considerevole maggioranza di complici tolleranti. Io non fui tollerante, bensì furibondo, fino agli anni Sessanta-Settanta. «Il mio unico sogno era infatti quello di approfittare della libertà offertaci dalla pace, con la lettura, la partecipazione politica e infine con la diffusione di idee nuove, di una letteratura nuova».
Un editore tedesco protagonista del rinnovamento dell’editoria europea, che ideologicamente definisce le proprie coordinate ideologiche: «socialista e amico dell’Italia», fa i conti senza pentimenti con la memoria del passato: l’agonia del nazismo, le passioni letterarie, l’impegno politico, il mestiere dell’editore in una società pluralista, le amicizie e gli incontri più importanti, le lezioni dell’Italia. Una vita, negli anni facili nei difficili e negli anni difficilissimi dell’Europa.
9 Maggio 2013
La nuova diagonale n. 98
184 pagine
EAN 9788838930249
Formato e-book: epub
Protezione e-book: acs4
Klaus Wagenbach è nato nel 1930 a Berlino. Ha studiato storia dell’arte, germanistica e archeologia a Francoforte e a Monaco. Nel 1965 ha fondato la casa editrice Wagenbach, specializzata in testi contemporanei. Per i suoi meriti in campo editoriale, ha ricevuto in Italia diversi riconoscimenti (fra gli altri, il Premio Nazionale per la Traduzione, il titolo di Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana, la laureahonoris causaconferitagli dall’Università di Urbino). Wagenbach è stimato in tutto il mondo per le sue ricerche sulla biografia di Franz Kafka (Kafka: Biografia della giovinezza, 1972; Franz Kafka. Immagini della sua vita, 1983; Due passi per Praga insieme a Kafka, 1996).
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