La suggestiva immersione nel De natura rerum di Lucrezio cerca nelle parole e nel testo il senso di un trattato di fisica.
«Tutti sanno - scrive Serres -, tutti si arrendono all'evidenza che la fisica atomica è sì una dottrina antica, ma una scoperta contemporanea. Nel secondo caso si tratta di una scienza, quella di Perrin, di Böhr, di Heisenberg, nel primo si tratta soltanto di "filosofia", se non addirittura di poesia. Come la storia in generale, quella delle scienze ha una preistoria. Come non esiste la matematica prima del miracolo greco, di Talete e Pitagora, così non esiste la fisica prima della beata età classica, prima di quella che si chiama, grosso modo a partire da Kant e dall'Illuminismo, la rottura galileiana». A dimostrare la fallacia di questa convinzione continuista e positivista, si dedica questo ormai classico studio di epistemologia. E si articola in una suggestiva immersione nel De natura rerum, in una prospettiva non umanistica, cercando nelle parole e nel testo il senso di un trattato di fisica, a partire dal più ambiguo dei concetti, quello di clinamen, che diventa, nella lettura di Serres, tutt'altro che una peregrina metafisica: un'audace visione della trama matematica del mondo fisico.
2000
Nuovo prisma n. 23
204 pagine
EAN 9788838915895
Michel Serres (1930), accademico di Francia, è professore di Storia della scienza a Stanford, negli Usa. Autore di numerosi studi di taglio non conformista su aspetti originali e momenti eccentrici della vicenda della scienza, di lui questa casa editrice ha pubblicato: Jules Verne (1979) e Distacco (1988).
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