Madame Angeloso

Madame Angeloso

Lingua originale: francese
Traduzione di Maria Nicola
Titolo originale: Madame Angeloso

Madame Angeloso, ultrasessantenne, ex proprietaria d'albergo, è travolta da un treno nella sua vecchia Renault dove vive da quindici anni prima. Tre persone, che non la vedono da allora, la ricordano: il figlio che la odia, la fedele figlioccia polacca, un cliente innamorato.

Unica vittima dell'incidente del Parigi-Varsavia, il treno su cui viaggiava il Dalai Lama in visita in Europa, una Constance Angeloso, sessantacinque anni, di corporatura mastodontica, senza fissa dimora, travolta nella vecchia Renault che le aveva fatto da casa per quindici anni, da quando era scomparsa per motivi sconosciuti dall'albergo di sua proprietà a Dunkerque e dai suoi familiari. L'enigma di Madame Angeloso si presenta così, in poche righe di giornali, come uno dei tanti casi di clochard scomparsi, vittime di microscopiche sciagure, che non incresperebbe la superficie dell'informazione se non fosse per il coinvolgimento, labilissimo, del Dalai Lama. Grazie alla fugace circostanza, l'attenzione delle tre persone che più la conobbero viene richiamata. E, per bisogno di identità non meno che per il desiderio di ricostruire una vicenda ben familiare ancorché non del tutto chiarita, i tre cominciano, separatamente, a inseguire nel proprio ricordo un destino di esilio. Il figlio Angelino, che l'odia di un odio maligno, solo apparentemente motivato, in realtà frutto di un'inconsapevole gelosia e un oscuro risentimento; la fedele Danuta, la piccola polacca quindicenne venuta da Varsavia, che ha nutrito per la sua matrona un attaccamento da cucciolo, accudendola in totale intimità fisica e di questa conservando il ricordo simbolico del busto enorme; il signor Coquemar, ispettore di navigli, vedovo solo, affetto da un mal di vivere di cui non ha intelligenza, legato a Madame dall'affetto, che egli crede amore, di chi sta annegando per il legno che lo salva. Nelle parole dei tre, le giornate piatte nell'albergo di Dunkerque si animano di sperduti personaggi bizzarri e veri, ma dotati di senso da un unico polo, Madame Angeloso: il ritratto epico di una donna qualunque in lotta con l'esistenza emerge a poco a poco come quello di uno strano angelo naufragato tra le onde della vita, con il destino, non cercato, di accogliere gli altri naufraghi. Il mondo in cui i personaggi di Vallejo si muovono è un mondo claustrofobico, fatto di piccole ossessioni e di abitudini a loro necessarie. E gli anditi ristretti del piccolo albergo sono come i luoghi di un esilio, prima di tutto da se stessi. Ma sono personaggi che non cessano di cercare un posto per sé, goffamente o crudelmente o comicamente. E Madame Angeloso, senza volerlo, è lì per mostrar loro, che nell'ordinario di ciascuno c'è lo straordinario di tutti i mondi. Perciò Vallejo ha detto della sua modestamente epica eroina: «è un po' il mio Ulisse».

Autore

François Vallejo è nato a Le Mans nel 1960 da padre spagnolo; insegna lettere classiche. Il suo primo romanzo, Vacarme dans la salle de bal, è del 1998. Sono seguiti Groom (Prix des Libraires e Prix culture et bibliothèques pour tous) Pirouettes dans les ténèbres, Le voyage des grands hommes e Madame Angeloso (Prix France Television), pubblicato da questa casa editrice nel 2005.

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