Mai senza una donna

Mai senza una donna

«Ogni uomo passa la vita a riempire il suo teatrino. Ci mette tutto quello che trova, che arraffa, che gli piace: e mai deve mancare una donna». Il ritratto di un arrivista e apologo della disillusione.

«Ogni uomo, diceva il maestro, passa la vita a riempire il suo teatrino. Ci mette tutto quello che trova, che arraffa, che gli piace: le luci, i mobili, le tende, le carrozze, i vestiti, e mai deve mancare una donna. Dopo un po' il teatrino così com'è gli viene a noia, e allora lo rifà. Intanto la vita passa e dopo uno o più rifacimenti, quando il teatrino è pieno e luccicante come non mai, l'uomo, anche il più forte della terra, nel bel mezzo della scena muore e lascia tutto sul più bello». Un uomo, nella stanza di ospedale dove un male fulmineo lo ha ristretto, ferito ma quasi più umiliato dalla scoperta di essere vulnerabile, ricorda il teatrino che è stato la sua vita, le cose che ci ha messo e le molte volte che lo ha rifatto. Ricorda con la rabbia che l'impotenza dà agli individui abituati ad essere vincenti, agli avidi che non hanno mai riconosciuto ostacoli alla loro sete di vita e di affermazione. Perché Nicola, nato povero nell'Italia povera, emigrato in Germania, e lì arrampicatosi da sé fino al successo e alla ricchezza, invidiato dai colleghi e amato dalle donne, estraneo ai figli, più volte sposato, senza amici tranne una personalità così diversa da non poter in nessun caso dargli ombra, è un arrivista incontentabile vissuto in anni propizi alle sue passioni. E il ritratto che ne trae Marisa Fenoglio, pieno di rumore e di furore che non significa nulla, e in cui traluce la forza dell'esperienza vissuta, ne riprende il muoversi continuo che consente a certe esistenze di galleggiare su un mare di illusioni senza annegare.

Autore

Marisa Fenoglio (Alba, 1933-Marburg 2021) sorella del romanziere Beppe Fenoglio - si trasferì appena sposata in Germania dove visse fino alla sua scomparsa. Di lei questa casa editrice ha pubblicato Casa Fenoglio (1995), con il quale ha vinto il Premio Rapallo, Vivere altrove (1997) e Mai senza una donna (2002).

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