Il manager avveduto raccoglie ritratti, bozzetti, fittizi epistolari, appartenenti al genere che potrebbe definirsi di letteratura aziendale.
Se si esclude l'ultimo, bellissimo racconto (il monologo-lettera di una ragazza sola al padre) Il manager avveduto raccoglie ritratti, bozzetti, fittizi epistolari, appartenenti al genere che potrebbe definirsi di letteratura aziendale. Mancò in Italia - e ce ne si lamentava - una letteratura burocratica, quando la burocrazia proliferò all'inizio del secolo; mancava una letteratura industriale, e se ne dibatté a cavallo degli anni Sessanta. Manca, oggi che l'azienda ha plasmato una sua cultura, un suo vocabolario, un suo universo d'immagini trionfanti, una letteratura che abbia al centro l'impresa moderna, i tipi umani del suo personale, i suoi eventi tipici. Questi singolari, e inevitabilmente ironici fino all'assurdo, racconti di Celli cercano di costruire e raccontare storie aziendali. Cercano nel senso proprio, di vedere se trasformando in racconti quella cultura quel vocabolario e quelle immagini si trovino descrizioni che abbiano una consistenza di realtà. O al contrario solo miraggi di miraggi, olografie, immagini virtuali. E dunque, più che letteratura aziendale Il manager avveduto è una premessa alla possibilità di una letteratura aziendale.
1 Gennaio 1994
La memoria n. 320
100 pagine
EAN 9788838910630
Pierluigi Celli, dirigente d’azienda, esperto di organizzazione e direzione del personale. Ha scritto di letteratura e di lavoro, pubblicando tra l’altro: Lettere a una figlia in clausura (Marietti), Un gallo a Esculapio (Marietti), L’impresa (Sperling & Kupfer). Con questa casa editrice ha pubblicato Graffiti aziendali (1996), Addio al padre (1998) e Nascita e morte di un'impresa in 42 lettere (2003).
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