Balzac, annotando i pensieri e le massime dell'Imperatore, traccia il ritratto di un suo Napoleone. E più che la figura storica, rappresenta il suo mito travolgente.
Nel 1838 Balzac scriveva alla «straniera», il grande amore polacco: «Da sette anni circa, ogni volta che leggevo un libro in cui si trattava di Napoleone e che trovavo un pensiero sorprendente e nuovo pubblicato da lui, lo trascrivevo subito su un libro di cucina che non abbandonava mai la mia scrivania; e cioè quel piccolo libro che voi conoscete, e che vi apparterrà - ahimè forse ben presto! - nel quale io annoto i miei soggetti e le mie prime idee. In un momento di malinconia - in questi giorni - essendo senza soldi, ho guardato quanti pensieri avessi annotato; erano cinquecento e oltre, il più bel libro dell'epoca, vale a dire la pubblicazione delle Massime e pensieri di Napoleone. Ho venduto questo lavoro a un anziano commerciante di maglieria che è un pezzo grosso del suo distretto e aspira ad avere la croce della Legion d'onore e che la otterrà dedicando questo libro a Luigi Filippo. Il libro sta per uscire, ve lo procurerete? Avrete una delle più belle cose di questi tempi: il pensiero, lo spirito di questo grand'uomo, afferrato dopo molte ricerche, dal vostro mougick, Honoré de B[alzac]. Niente mi ha fatto ridere quanto l'idea di fare avere la croce a una specie di droghiere, che può raccomandarsi a Vostra Grazia per il suo titolo di amministratore di un ufficio di carità. Napoleone mi avrà fruttato quattromila franchi e il commerciante di maglieria ne potrà guadagnare centomila. Ho una tale mancanza di fiducia in me stesso che non ho voluto sfruttare quest'idea. Al commerciante di maglieria la gloria e il profitto. Voi riconoscerete la mano del vostro schiavo nella dedica a L[uigi] F[ilippo]. Che l'ombra di Napoleone mi perdoni». Il libretto in effetti uscì quello stesso anno a nome del possidente J.-L. Gaudy. E del gran numero di pensieri, volti secondo il suo vero autore a dimostrare che il Bonaparte «non s'è mai contraddetto nel suo risentimento verso gli avvocati, gli idealisti e i repubblicani», alcuni non sono riportati con piena fedeltà, altri sono di dubbia autenticità, altri ancora infine appartengono quasi certamente alla penna di Balzac stesso. Per cui il Napoleone di queste massime è dcisamente una creatura letteraria: eroe prometeico, genio superiore, un principe machiavelliano certo di incarnare nel proprio destino lo spirito autentico della storia. Un Napoleone come Balzac lo adorava, che, dunque, più della figura storica, rappresenta il suo mito travolgente, di cui questa opera è tra gli artefici.
2006
La memoria n. 667
128 pagine
EAN 9788838920806
Honoré de Balzac (1799-1850), romanziere francese, riunì tutti i suoi romanzi in un'unica opera, Commedia umana, organizzandoli come parti autonome, ma complementari, di un quadro d'insieme che doveva essere «esatta rappresentazione dei costumi della società moderna». L'influsso di Balzac sullo sviluppo della letteratura realista e naturalista è stato grandissimo. Questa casa editrice ha pubblicato Massimilla Doni (1990), Un caso tenebroso (1996), Massime e pensieri di Napoleone (2006), Il parroco di Tours (2006), La signorina Cormon (2015), Albert Savarus (2017), Honorine (2019) e Pierrette (2021).
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