Secondo una parte della critica, un'opera di riconversione al divino di tutta la letteratura erotica precedente: riconducendo, per così dire, al divino ogni parola d'amore.
Riscoprendo e interpretando il Cantico dei Cantici Juan de la Cruz e Teresa d'Avila nel XVI secolo iniziano, secondo una parte della critica, un'opera di riconversione al divino di tutta la letteratura erotica precedente: riconducendo, per così dire, al divino ogni parola d'amore. Naturalmente questo argomento può essere rovesciato, col dire che la stessa conversione può vedersi come una inversione della tradizione tendente a suddividere in re l'esperienza amorosa, in un amore carnale, un amore per il divino, un amore per la sapienza (pur essendo unico, da sempre, il linguaggio con cui quest'esperienza s'esprime). Meditazioni sul Cantico dei Cantici è un libro quasi clandestino e da Teresa tenacemente condotto: non figurava nell'editio princeps della sua opera, non se ne conservano autografi, e - sappiamo dai resoconti del processo di beatificazione - la santa fu più volte invitata a darlo alle fiamme. Teresa vuole raccontare alle consorelle del Carmelo «cosa accade tra l'anima e Dio»: e l'incontro col più grande poema d'amore avviene proprio in questo parlare dell'amore e del desiderio come un mistero che, poiché ha sempre lo stesso linguaggio e il medesimo rapimento, non può che essere uno e superiore.
1 Gennaio 1990
La memoria n. 211
88 pagine
EAN 9788838906176
Non disponibile
Teresa d'Avila (Teresa de Cepeda y Ahumada, Avila, 1515-Alba de Tormes, 1582), santa, fu autrice di alcune delle opere più alte della mistica spagnola (Libro della sua vita, Libro delle dimore, tra gli altri). Questa casa editrice ha pubblicato Libro delle relazioni e delle grazie (1982), Regole per la vita conventuale (1995), Il castello interiore (1999).
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