Cos’è un testo poetico, cosa lo distingue da un tipo qualunque di comunicazione e perché ce ne aspettiamo qualcosa di nuovo? La risposta tentata in questo volume si svolge come una navigazione intellettualmente appassionante nell’universo dei rapporti tra il poeta e il sistema letterario nel quale è immerso.
Cos’è un testo poetico, cosa lo distingue da un tipo qualunque di comunicazione e perché ce ne aspettiamo qualcosa di nuovo? La risposta tentata in questo volume si svolge come una navigazione intellettualmente appassionante nell’universo dei rapporti tra il poeta e il sistema letterario (classici, tradizioni, pubblico, generi) nel quale è immerso. Navigazione che parte dal fenomeno della memoria poetica (i debiti, i lasciti, le imitazioni e le reminiscenze, tra il poeta e i suoi predecessori).
Tra retorica e filologia, Gian Biagio Conte, orienta il lettore, grazie anche a un grandioso deposito di esempi che vanno dal Virgilio che cita Catullo che cita Omero fino alla Pharsalia di Lucano, sul concetto chiave di poesia allusiva. È poesia allusiva quella che, rimandando a precedenti, risveglia nel lettore emozioni complesse, legate a «una memoria dotta». Il poeta viene ad aver bisogno della collaborazione complice del lettore che condivide e comprende l’allusione. E tutto questo proietta il poeta nella dimensione della storia e della tradizione: il peso si sposta ora sulla cultura che il poeta è capace di interpretare ed esprimere e sul suo ruolo sociale. Svolgendo una funzione che oltrepassa la semplice comunicazione, la poesia ha bisogno di un linguaggio che estrania da quell’uso ordinario, che anzi ne sottolinei la lontananza: ne deriva che la parola diventa «nobile» e «augusta»; ed emerge la caratteristica così saliente nel testo poetico per cui la lingua del poeta deve «mostrare se stessa», piuttosto che gli oggetti denotati. E questa identificazione a sua volta produce l’innovatività linguistica tipica della poesia, il suo essere coinvolta in un modo indistricabile con la storia della lingua stessa. Lo stretto rapporto con i precedenti, che mette in comunicazione i lettori con il passato, ed è mediato dalla cultura del poeta, dai generi, e dalla libera scelta dell’autore, dota infine la poesia di una speciale funzione sociale. Il poeta è il «garante della storia». Il discorso poetico, nei suoi rimandi necessari, è corresponsabile della memoria e della continuità culturale, in quanto esso preserva, modula o inventa il modo in cui i contemporanei leggono le reliquie del passato. E il risultato di questo processo di immersione tra memoria del poeta e lettore è il formarsi della tradizione.
15 Novembre 2012
La nuova diagonale n. 96
188 pagine
EAN 9788838927690
Non disponibile
Gian Biagio Conte insegna Filologia Latina alla Scuola Normale Superiore di Pisa. Esperto soprattutto di poesia latina (ma anche di narrativa d’età imperiale), ha arricchito con nuovi strumenti metodologici il tradizionale bagaglio degli studi di filologia classica. Dei suoi libri la maggior parte è stata tradotta in inglese e in altre lingue europee. Recentemente ha pubblicato (2009) nella «Bibliotheca Teubneriana» l’edizione critica dell’Eneide (è imminente nella stessa sede anche la pubblicazione del testo critico delle Georgiche virgiliane).
Chi ha consultato la pagina di questo libro ha guardato anche: