Questo libro è l’occasione per raccontare molte storie dei dipinti e anche dello scrittore che, nato a Firenze, per una decina d’anni, quando era ragazzino, fu portato dai genitori a visitare gli Uffizi, in una sorta di educazione alla bellezza e alla vita, fatta di aneddoti curiosi, giochi con le immagini e familiarizzazione con un luogo dove è racchiuso il segreto della nostra vita immaginaria. Un racconto che è anche un’originale guida per «veder sapendo e scegliendo».
«Agli Uffizi ci si andava da bambini, alle domeniche. Non frequentando la nostra famiglia, nel giorno di festa, alcuna funzione religiosa, il babbo ci conduceva di mattina al rito laico dell’osservazione dei quadri, che precedeva quello pagano del primo pomeriggio alle partite di calcio della Fiorentina, nello Stadio di Campo di Marte, affollato di figure concave e convesse, progettate da Pier Luigi Nervi.
«Verso le dieci, mentre la mamma (pessima cuoca) si industriava a preparare l’unico vero pranzo della settimana, no stro padre ci portava a visitare una sala, sempre diversa, a rotazione, della Galleria degli Uffizi».
Questo libro è l’occasione per raccontare molte storie dei dipinti e anche dello scrittore che, nato a Firenze, per una decina d’anni, quando era ragazzino, fu portato dai genitori a visitare gli Uffizi, in una sorta di educazione alla bellezza e alla vita, fatta di aneddoti curiosi, giochi con le immagini e familiarizzazione con un luogo dove è racchiuso il segreto della nostra vita immaginaria.
Gli Uffizi sono una delle più grandi collezioni al mondo di dipinti che attira a sé ogni anno un milione e settecentomila visitatori; una straordinaria macchina di immagini e storie; un caotico e, in certe parti, continuamente mutevole percorso attraverso capolavori della storia dell’arte; un meraviglioso edificio a forma di U, situato «sul fiume e quasi in aria», fatto di luminosi corridoi e sale irregolari, più adatto forse a ospitare uffici e archivi, che un museo.
Sicuramente gli Uffizi sono un luogo non visitabile in poche ore né apprezzabile intruppati in gruppi che si spintonano dietro a guide urlanti. Il rischio è sempre quello di vedere soltanto alcuni quadri famosissimi e perdersi almeno una quindicina di opere meno note ma bellissime e indimenticabili. È necessario quindi avere sin dall’inizio le idee chiare su cosa vedere e scegliere poche cose alla volta.
Un racconto che è anche un’originale guida per «veder sapendo e scegliendo».
9 Maggio 2013
La memoria n. 922
192 pagine
EAN 9788838930188
Formato e-book: epub
Protezione e-book: acs4
Francesco M. Cataluccio ha studiato filosofia a Firenze, letteratura e storia dell’arte a Varsavia. Si occupa dei programmi culturali di Frigoriferi Milanesi. Scrive, in forma digitale, sul «Post», «Engramma» e «doppiozero». Ha curato le edizioni italiane delle opere di Witold Gombrowicz e Bruno Schulz. Ha scritto: Immaturità. La malattia del nostro tempo (2004) e Che fine faranno i libri? (2010). Con questa casa editrice ha pubblicato: Vado a vedere se di là è meglio. Quasi un breviario mitteleuropeo (2010, Premio Dessì per la letteratura), Chernobyl (2011), L’ambaradan delle quisquiglie (2012) e La memoria degli Uffizi (2013).
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