Il testamento politico del leader del P.C.I., affrontando le questioni fondamentali del comunismo, costituisce un importante pezzo della storia d’Europa.
«Anni che si chiamano di "pace"» diceva Benedetto Croce delle età che non offrono spettacolo di guerre e rivoluzioni «ma che mostrano il loro moto e il loro dramma a chi non ripone queste cose unicamente negli urti fragorosi e nei grossi fatti appariscenti, e anzi cerca il vero moto e il vero dramma negli intelletti e nei cuori». Ad anni, per noi, di pace appartiene questa memoria che Togliatti da Yalta sul Mar Nero destinò ai massimi dirigenti sovietici, e che terminò di scrivere il 12 agosto del 1964 poche ore prima della crisi cerebrale che lo avrebbe portato alla morte. E come spesso con i documenti degli anni che si chiamano di pace, a rileggerlo oggi dà più il senso della distanza, del lavoro che si è compiuto o del cammino che si è percorso da allora, che il senso della «svolta» a cui gli storici della politica del dopoguerra si riferiscono (e di quanto svolta e quanto punto di riferimento sia in realtà stato, dà notizia la nota di Giorgio Frasca Polara che accompagna il Memoriale di Yalta in questo volume). Ma è proprio in questa differenza tra ciò che un momento umano è e ciò che la storia lo chiama a diventare che si gioca «il vero moto e il vero dramma» che cerchiamo nei documenti della storia.
1 Gennaio 1988
La memoria n. 176
88 pagine
EAN 9788838904882
Non disponibile
Palmiro Togliatti (1893-1964), personaggio politico di spicco nell'Italia del fascismo e del dopoguerra, aderì in un primo momento al movimento operaio socialista, iscrivendosi al PSI. Accostandosi, ben presto, all'ala più sinistra e meno moderata, fondò con Antonio Gramsci ed altri con cui condivideva i programmi politici, il Partito Comunista d'Italia, divenendone segretario nel 1927.
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