Egualitario, sanguinario, incorruttibile... L’uomo Robespierre raccontato dalla sorella Charlotte trent’anni dopo la morte del cittadino.
Agli inizi degli anni Sessanta, un dramma di Federico Zardi, I giacobini, portò Robespierre in televisione. Lo sceneggiato si concludeva con la decapitazione e una bambina, sotto la ghigliottina, che significativamente sconosceva il significato delle parole «signori» e «padroni»: Robespierre egualitario inflessibile. Fino allora, l'opinione comune su Robespierre era probabilmente rappresentata dalle illustrazioni dei sussidiari delle elementari, i vari dipinti caricatura contro cui Charlotte in questi mémoires si rivolta: un ghigno rozzo e maniacale: Robespierre il sanguinario. In anni recentissimi, il regista Wajda ha fatto di Robespierre il nemico di Danton sulla scena del dramma della rivoluzione come dramma dello scontro tra la Virtù ascetica e l’Umanità viva: Robespierre l’incorruttibile. Nei trent'anni di questa epoca culturale, molte volte Robespierre è uscito dai libri di storia per tornare ad essere giudicato come un contemporaneo. Le memorie della sorella Charlotte scritte a più di trenta anni dalla morte di Maximilien, sono una difesa appassionata e un ritratto, e il loro essere una difesa maldestra è un pregio non minore dell'essere uno splendido ritratto: serve il ritratto, l’uomo, oggi che Robespierre torna, una volta di più, contemporaneo. E serve anche a capire se giudichiamo in lui l’Egualitario, il Sanguinario, o l’Incorruttibile. Oppure la tremenda indissolubilità delle tre cose, di cui è destinato a sembrare prova rotonda.
1 Gennaio 1989
La memoria n. 197
148 pagine
EAN 9788838905520
Non disponibile
Sorella di Maximilen Robespierre, Charlotte, nata ad Arres nel 1763, fu allevata in convento a Tournay. Quando entrambi i suoi fratelli furono eletti alla Convention, si trasferì a Parigi. Dopo il 9 Termidoro 1794, giorno in cui Robespierre veniva ghigliottinato, venne imprigionata per qualche tempo. Dopo la sua liberazione il Direttorio le assegnò una pensione.
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