I mercati di Palermo

I mercati di Palermo

Fotografie di Enzo Sellerio e Melo Minnella

 

80 illustrazioni in bicromia, 18 illustrazion a colori, 16 tavole in bicromia fuori testo, 28 tavole a colori fuori testo

La vita di un mercato è il risultato di molteplici fattori e di interessi eterogenei che inducono gli abitanti di una città ad indirizzarsi spontaneamente verso un dato luogo per rifornirsi dei generi essenziali per il loro sostentamento. L'indagine dell'autore, condotta attraverso fonti documentarie, ripercorre la storia degli antichi mercati di Palermo, parallelamente alle vicende urbanistiche che nel corso dei secoli hanno plasmato il volto della città, e mette in evidenza come a Palermo sia sempre fallito ogni tentativo di spostare i mercati dal luogo del loro primo impianto, o di mutarne le caratteristiche. 

«I mercati di Palermodi Rosario La Duca ripercorre, attraverso fonti documentarie, le antiche origini di quei sugestivi luoghi d’incontro, parallelamente alle vicende urbanistiche che nel corso dei secoli hanno plasmato il volto della città, mettendo in evidenze e dimostrando come a Palermo sia sempre fallito ogni tentative di spostare i mercati dal luogo del loro primo impianto, o di mutarne le caratteristiche; e come si debba soprattutto alla loro presenza se oggi i quartieri cittadini, in gran parte abbandonati a causa del loro mancato risanamento, non sono morti del tutto» (Bell’Italia, maggio 1995).

«La più parte de'mercati giace tra la moschea di 'Ibn Siqlâb e questo Quartier Nuovo: per esempio il mercato degli oliandoli, che racchiude tutte le botteghe de' venditori di tal derrata. I cambiatori e i droghieri soggiornano anch'essi fuor le mura della città; e similmente i sarti, gli armaiuoli, i calderai, i venditori di grano e tutte quante le altre arti. Ma i macellai tengono dentro la città meglio che centocinquanta botteghe da vender carne; e qui (tra i due quartieri testè nominati) non ve n'ha che poche altre. Questo (grande numero di botteghe) mostra la importanza del traffico suddetto e il grande numero di coloro che lo esercitano. Il che puossi argomentare della vastità della loro moschea; nella quale, un dì ch'era zeppa di gente, io contai, così in aria, più di settemila persone; poichè v'erano schierate per la preghiera più di trentasei file, ciascuna delle quali non passava il numero di dugento persone» 'Ibn Hawqal parla dei mercati di Palermo nel 973 d.C. (dal testo di Rosario La Duca).

28 Ottobre 2011

I cristallini n. 5

160 pagine

EAN 9788876811838

Non disponibile

Autore

Rosario La Duca (1923-2008), ingegnere e docente universitario, è stato il più autorevole studioso di storia della città di Palermo. Autore di numerose pubblicazioni tra le quali: Il sottosuolo di Palermo (1964), Vicende topografiche del centro storico di Palermo (1964), Palermo Felicissima (1974), Cartografia generale della città di Palermo e antiche carte della Sicilia (1975), Palermo (1980), La città perduta (1975-1978), Cercare Palermo (1985-1988), La tonnara di Scopello (1988), Repertorio bibliografico degli edifici religiosi di Palermo (1991), Repertorio bibliografico degli edifici pubblici e privati di Palermo (1994). Per la casa editrice Sellerio ha pubblicato: Panormus Urbs Felix (1969), I veleni di Palermo (1970), La pianta geometrica di Palermo del Marchese di Villabianca (1972), Le giostre reali di Palermo (1972), Catana Urbs Clarissima (1974), I mercati di Palermo (1994), La corda e la mannaia. Delitti e pene nella Sicilia del «buon tempo antico» (XVI-XVIII secolo) (2012), nel 2011 è stato ristampato il volume I mercati di Palermo nella collana I cristallini.

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