L’ultimo interprete della poesia epica, rivive nei tratti della variegata umanità che canta e comprende. Contini, Carlo Levi, Pasolini e Sciascia raccontano il cantastorie e rendono omaggio alla sua forte capacità espressiva.
Una voce senza tempo narra la vita e la morte, l’amore e l’odio, narra le occasioni che si trasformano in poesia. Più che le rime, le storie e i ritmi del grande poeta siciliano questo libro offre la sua passione nel trasformare in arte ogni aspetto della vita, costruendo quella che definiamo memoria ma che in fondo è un piccolo ramo che lega il nostro esile passaggio all’albero genealogico dell’umanità. Della sua forte capacità espressiva parlano Gianfranco Contini, Carlo Levi, Pier Paolo Pasolini e Leonardo Sciascia costruendo un ritratto che diventa racconto, il racconto di un interprete, forse l’ultimo, della poesia epica. I testi qui raccolti (1923-1983) offrono al lettore quella che Sciascia definiva «la parola-voce, il poetare che coincide con l’esistere», una umana carrellata su contadini e operai, emigranti e intellettuali, scioperanti e mafiosi, banditi e carabinieri. Vicende inventate per essere dette o cantate alla gente ma che possono benissimo stare dentro un film, uno spettacolo, storie senza età e senza limite, proprio come le passioni di Buttitta.
1 Gennaio 1999
La memoria n. 432
364 pagine
EAN 9788838913433
Ignazio Buttitta (Bagheria, 1899-1997) esordì nel 1923 con la raccolta di versi dialettali Sintimintali. Dopo un lungo silenzio durante il regime fascista, Buttitta pubblicò Lu pani si chiama pani (1954), Lu trenu di lu suli (1963), La peddi nova (1963), Io faccio il poeta (1972, Premio Viareggio), Il poeta in piazza (1974) e Pietre nere (1983). Di Ignazio Buttitta questa casa editrice ha pubblicato nel 1997 La vera storia di Salvatore Giuliano.
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