Il Michelangelo

Il Michelangelo

«Il sistema narrativo di Vetri è quello di porre una dopo l’altra tante piccole tessere, in ognuna delle quali è contenuta una microstoria compiuta, sino a formare un vasto movimentatissimo affresco» (Andrea Camilleri).

«Un sistema narrativo che è quello di sistemare una dopo l’altra tante piccole tessere, in ognuna delle quali è contenuta una microstoria compiuta, sino a formare un vasto, movimentatissimo, coloratissimo affresco, dentro il quale si muove un’affascinante, mutante come in un caleidoscopio, grande quantità di figure», dice Andrea Camilleri dello stile unico di Nino Vetri.
In tutti i suoi romanzi (questo è il quarto pubblicato) il protagonista cammina sempre, vede e racconta. Anzi quello di camminare vedere e raccontare sembra essere un fato, il destino fino alla fine del suo personaggio non qualcosa che gli accade. E le vie che questo errante osservatore percorre sono quelle della parte bassa dell’universo, dove alligna la grande disgregazione, ma che sembrano a lui le zone dell’esistenza dove ancora non è arrivato l’ordine venuto dall’alto che rende tutti pedine di un unico disegno. Così i suoi romanzi sono comici e realistici, grotteschi e malinconici, assurdi e carichi di umanità.
Il Michelangelo, dal nome di un quartiere-leggenda della speculazione edilizia a Palermo, è una saga antiepica di questo viandante, o una biografia avventurosa in tre tempi. Inizia dall’infanzia, in una parte in via di edificazione della città, che è, più che uno spazio, un lungo attimo di tempo esotico tra la campagna brulla che sparisce e le ruspe che avanzano, in cui vive una umanità come di una frontiera lontana. Finisce in un epilogo tragico e beffardo dopo una intera giornata da ubriachi attraverso tutto il centro storico. In mezzo altri spazi, altri personaggi, tante vite incredibili che sembrano inventate ma sono certamente viste.
«Non condanneranno e non assolveranno, i miei occhi. Se ne staranno sempre buoni buoni. Manifestando una immensa fiducia nell’umanità. Se ne lavano le mani, i miei occhi». Ma l’oggettività assoluta di Nino Vetri è una finta oggettività. Ciò che cerca veramente è il comico che denuncia lo straordinario del quotidiano. E soprattutto, nelle centinaia di figure del suo caleidoscopio, cerca «l’unico modo di salvarsi dallo stritolamento burocratico».

15 Ottobre 2015

La memoria n. 1011

144 pagine

EAN 9788838934018

Formato e-book: epub

Protezione e-book: acs4

Autore

Nino Vetri è nato a Palermo nel 1964. Suona nel gruppo «La banda di Palermo». Con questa casa editrice ha pubblicato Le ultime ore dei miei occhiali (2007), Lume Lume (2010) e Sufficit (2012).

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