«Questo è un libro costruito su documenti di vario tipo, scritti e no, montati a raccontare, ricostruendola dal di dentro, con una tecnica simile a quella del cinema-verità, una storia vera: la storia della vita (otto mesi di vita) e della morte di un giovane "caduto" ("ammazzato" sarebbe più preciso ma insieme più sgradevole) nella prima guerra mondiale».
Nell'introduzione del 1948 ad Addio alle armi, Hemingway diceva che «dal 1933 forse è chiaro perché uno scrittore debba interessarsi al continuo, prepotente, criminale, sporco delitto che è la guerra»; ma appunto il suo libro, scritto vent'anni prima, spostava al 1914 le ragioni per cui uno scrittore deve interessarsi a quell'enorme delitto che è la guerra. Ma non solo lo scrittore, oggi: ciascuno di quelli che Hemingway chiama i «leali cittadini» che l'hanno combattuta, che la combatteranno, che ne hanno avuto e ne avranno lacrime e sangue, hanno il diritto e il dovere, in quanto cittadini, di una irriducibile lealtà contro la guerra. Scritto da un leale cittadino - che è anche giornalista di scrupoloso e limpido mestiere - questo libro ricostruisce, attraverso documenti e reliquie di dolorosa memoria familiare, la storia di un leale cittadino caduto nella guerra 1915-18. La storia di un milite noto contro la «illeale» apoteosi del milite ignoto.
1 Gennaio 1983
La memoria n. 78
212 pagine
EAN 9788838902406
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