Questo libro, scritto in un momento di allarme dell'Occidente intorno al proprio destino, ma attuale, non essendo un libro di parte, giova come pochi, a dissipare pregiudizi, che già all'euro-asiatico Erodoto erano parsi infantili.
Sembra che il primo cinese che abbia conosciuto direttamente l'Occidente si chiamasse Hu. Venne a Parigi, da Canton, nel 1722. Uscì di senno e fu internato nel manicomio di Charenton. L'anno precedente erano uscite ad Amsterdam, prudentemente anonime, le Lettres Persanes di Montesquieu: immaginario resoconto del viaggio a Parigi di due giovanotti persiani, turbati anch'essi dal contatto con l'Occidente, dove - essi apprendono e comunicano in patria - per questioni di fede si bruciano gli uomini come fossero paglia. «La storia del mondo va da Oriente a Occidente», scriverà Hegel un secolo più tardi, «l'Europa è infatti assolutamente la fine della storia del mondo, così come l'Asia ne è il principio». Si sa, l'idea che la storia davvero finisca in qualche punto del globo ritorna, arrogante, di tanto in tanto (oggi ha daccapo seguaci). L'equivoco nasce dal vezzo, proprio del moderno Occidente, di sentirsi depositario del meglio che la storia abbia prodotto: libertà, progresso, modernità, dinamismo. Questo libro di Toynbee, scritto in un momento di allarme dell'Occidente intorno al proprio destino, ma freschissimo e singolarmente attuale, giova, come pochi, poiché non è un libro di parte, a dissipare siffatti pregiudizi, che già all'euro-asiatico Erodoto erano parsi infantili. Luciano Canfora
1 Gennaio 1992
La memoria n. 268
140 pagine
EAN 9788838908590
Non disponibile
Arnold Toynbee (Londra, 1889 -York, 1975) esordì come filologo classico a Oxford (1912-1915). Durante la guerra '14-18 fu al servizio del Foreign Office e poi componente della delegazione britannica alla Conferenza della pace. Dal '19 passò a Londra a insegnare Letteratura bizantina (fino al '74), quindi nel trentennio '25-55 diresse l’Istituto di studi internazionali. Durante la seconda guerra mondiale fu aggregato ai Foreign Office per la propaganda. Nel campo della storia antica ha scritto il capitale Hannibal’s Legacy (L’eredità di Annibale, 1965), nonché Alcuni problemi di storia greca (1969); alla storiografia su Bisanzio ha dato Costantino Porfirogenito e il suo mondo (1973). L’opera maggiore, cui è legato il suo nome è A Study of History (dieci volumi apparsi nel ventennio 1934-1954, di cui è stato tradotto in italiano un compendio). Una visione totale della storia umana vuol essere l’ultimo suo libro Mankind and Mother Earth (in italiano Il racconto dell’uomo).
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