Un'interpretazione del fascismo in chiave erotica con al centro il Duce playboy e attorno una sfilata di supremo umorismo: Fusco fece delle sue memorie del regime un genere originale tra la satira e la storia.
Il Duce principe dei playboy di un regime di playboy, in un ritratto feroce come una risata. Gian Carlo Fusco fece della memoria del fascismo - delle memorie della sua gioventù - un genere del tutto originale, tra il racconto satirico, la cronaca storica e lo spaccato antropologico. Un taglio ben compreso, ai tempi, per il felice umorismo e il brio stilistico che nessuno gli negava, ma non del tutto inquadrato nella sua autentica misura di intelligenze e di profondità. Mussolini fu per lui, in fondo, un «illusionista illuso», il despota egotista che per essere accettato dai «padroni del vapore» - «un capitalismo d'avventura e gli interessi dinastici di un re d'Italia che non amava gli italiani» -, pagava il dazio di dover ridurre a una continua trovata il vuoto programmatico e ideale della dittatura. «Giacché era perfettamente consapevole che il regime, dalla marcia su Roma al 25 luglio 1943, altro non era stato che una sua personale invenzione. Un happening nazionale, ripetuto tutti i giorni, con escogitazioni sempre più faticose e barocche per 7.600 giorni di seguito». Un totalitarismo da vitelloni di provincia, cresciuti con l'idea fissa della femmina da domare e con quell'idea fissa venuti al potere, la miglior rappresentazione del quale non può che essere la versione in chiave sessuale. Dunque la storia del fascismo come storia erotica, con al centro il Duce playboy (e inevitabilmente le sue donne) e intorno i tanti epigoni playgerarchi, come i pendagli di una collana che prendono la luce dal medaglione centrale e la riflettono. Una galleria di supremo umorismo, nello stile rapido, liquido, suadente, da quel raccontatore di storie magnetico quale Fusco era universalmente riconosciuto. Ma la cui capacità di illuminare un regime è tanto più apprezzabile oggi che siamo più consapevoli della materialità del potere e delle maschere diverse che assume per catturare e soggiogare.
1 Gennaio 2006
La memoria n. 669
156 pagine
EAN 9788838920943
Formato e-book: epub
Protezione e-book: acs4
Gian Carlo Fusco (La Spezia, 1915-Roma, 1984), scrittore e giornalista (al «Mondo», «Europeo», «Giorno», «Cronache»), durante la sua vita ha praticato mestieri di ogni tipo, alcuni forse immaginari (dal boy al boxeur, al duro, all'attore cinematografico). Ha scritto tra l'altro, Duri a Marsiglia e una rievocazione del mondo delle case chiuse, Quando l'Italia tollerava (ripubblicato nel 1995). Questa casa editrice ha pubblicato Le rose del ventennio (2000), Guerra d'Albania (2001), L'Italia al dente (2002), Gli indesiderabili (2003), La lunga marcia (2004), A Roma con Bubù (2005), Mussolini e le donne (2006) e Papa Giovanni (2006).
Chi ha consultato la pagina di questo libro ha guardato anche: