Una raccolta di saggi sulla poesia spagnola del Novecento e in particolare sui poeti della «Generazione del '27». Con un approccio ai testi attento al ritmo, alla musicalità, alla presenza o assenza di regolarità strofiche e metriche, alle figure retoriche, l'Autrice coglie i rapporti tra questi poeti e la musica.
I saggi riuniti in questo volume testimoniano un interesse verso la produzione poetica spagnola del Novecento fino ai primi del Terzo millennio, interesse rimasto costante lungo il corso dell'attività scientifica di Maria Caterina Ruta. I poeti collegati ai movimenti dell'avanguardia storica europea che in Spagna sono riuniti sotto la definizione di «Generazione del '27», anno in cui si ricordò il quarto centenario della morte del poeta barocco Luis de Góngora, sono stati la chiave di uno dei movimenti più importanti della produzione poetica iberica. Dalla sua capacità di coniugare modi espressivi innovativi con la lezione dei poeti dei Secoli d'Oro, furono esaltati i caratteri fondamentali di ogni possibile linguaggio poetico. Dalla riflessione dell'Autrice deriva un approccio ai testi attento al ritmo, alla musicalità, alla presenza o assenza di regolarità strofiche e metriche, alle figure retoriche. Con la nascita dell'era industriale si impose l'esigenza di una ricerca di immagini che restituirono il cambiamento sociale e tecnologico, realizzatosi nei primi decenni del nuovo secolo. I campi metaforici furono estesi a tutti gli ambiti del vissuto, annullando censure e esclusioni, accostando mondi prima molto lontani, allo scopo di creare un oggetto poetico nuovo, dotato di vita propria, non più riflesso mimetico della natura, ma prodotto originale della creatività umana. L'efficacia di questa lezione rimane attuale per tutto il XX secolo, anche se le alterne vicende storiche ridestarono periodicamente tensioni realistiche. La metafora non ritornerà più alle passate modalità, pur non ignorando la tradizione classica che, anzi, viene spesso rievocata tra le righe a conferma di un'eredità che, più che in altri momenti, si voleva ostentare. Il filo rosso che collega questi saggi è costituito dall'approccio stilistico-formale ai testi nell'intenzione di seguire un percorso di continuità nel cambiamento, assumendo come punto centrale la metafora. Il discorso prende avvio da Federico García Lorca, insieme a Gerardo Diego, autore sempre presente a vario titolo a testimonianza della costante attenzione dell'Autrice alla sua varia e apparentemente contraddittoria produzione. In filigrana appaiono Neruda, Huidobro, Alberti. Sono presi in esame anche altri autori, come Dionisio Ridruejo e Leopoldo de Luis, le cui opere segnano nuovi approdi di un linguaggio che, allontanandosi dalla stagione sperimentale, ma non dimenticandone gli insegnamenti, attraversa le strettoie culturali del regime franchista. Si arriva infine agli ultimi trent'anni del secolo, gli anni della democrazia e della normalizzazione, dell'apertura all'Europa e al resto del mondo, in cui poeti come Jorge Urrutia e Carlos Marzal colgono le contraddizioni del presente e si affacciano al nuovo millennio alla ricerca del senso della condizione attuale.
1 Gennaio 2006
Nuovo prisma n. 71
168 pagine
EAN 9788838921209
Maria Caterina Ruta è docente di letteratura spagnola presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Palermo. Si è occupata di narrativa analizzando testi del Secolo d'Oro, dell'Ottocento e del Novecento. Ha studiato in modo particolare l'opera di Cervantes in vari saggi e nel volume Il Chisciotte e i suoi dettegli. Ha curato l'edizione di diversi volumi di atti congressuali tra cui, per questa casa editrice, Le parole dei giorni (2005).
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