Il trattato, composto da due testi sui doveri degli uomini di legge nell'amministrazione della giustizia, costituisce un notevole esempio di modernità.
«Le pagine alfonsiane sui doveri dei giudici e degli avvocati - scrive Nino Fasullo nell'Introduzione al libro - non costituiscono un trattato di "morale professionale". Rappresentano, tuttavia, una bozza, un canovaccio, sia pure parziale, su cui costruire un tessuto più ricco e completo. Resta il fatto che i trattati di morale professionale scarseggiano, specie quelli sulla amministrazione della giustizia, praticamente inesistenti. Quel poco che è stato scritto, in fondo, si deve a de Liguori».
1 Gennaio 1998
Il divano n. 134
112 pagine
EAN 9788838914928
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Alfonso de Liguori nasce a Napoli nel 1696. Giovanissimo, si iscrive alla Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Napoli e a sedici anni ne esce laureato in utroque iure. Per circa dieci anni esercita la professione di avvocato. Abbandonata l'avvocatura, nel 1726 viene ordinato sacerdote e pochi anni dopo fonda la Congregazione Padri Redentoristi. Nel 1748 esce la prima edizione della sua grande Theologia Moralis. Tra le sue opere, diffusissime nel mondo cattolico: Le glorie di Maria (1750); Del gran mezzo della preghiera (1759); Pratica di amar Gesù Cristo (1768). Nel 1762 viene consacrato vescovo. Due anni prima lo scoppio della rivoluzione francese muore a Pagani all'età di 91 anni. Nel 1839 viene dichiarato santo e nel 1871 dottore della Chiesa. Di de Liguori questa casa editrice ha pubblicato Degli obblighi de’ giudici, avvocati, accusatori e rei (1998), Maria nostra avvocata (2000), Tu scendi dalle stelle (2002).
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