Il valore simbolico degli strumenti di lavoro, dei giocattoli e dei prodotti dell'universo religioso. Dall'esperienza delle prime mostre di cultura materiale organizzate in Sicilia nel 1976.
Viviamo immersi in una epocale mutazione antropologica, causata, in larga misura, dalla separazione degli uomini dai propri strumenti di lavoro. L'antropologia può vantare, sin dalle sue origini, un'attenzione costante verso le basi materiali della cultura e per l'elaborazione di un quadro teorico che ha nelle «tecniche del corpo» di Marcel Mauss una referenza ancora obbligata. L'opera analizza in modo approfondito questi problemi attraverso lo studio del valore simbolico degli strumenti di lavoro, di marchi, di giocattoli come il rombo o la trottola, di prodotti dell'universo religioso come le tavolette votive e le pietre della pioggia, di concetti come lo stile. La ricerca, nata dall'esperienza delle prime mostre di cultura materiale organizzate nel 1976 in Sicilia, ha permesso di individuare le unità elementari dei processi lavorativi, sintetizzate nella nozione di «schema dell'operare tecnico», avviando un dialogo non subalterno con gli studiosi del comportamento animale, sulle analogie ma anche sul diverso rapporto che gli uomini e i primati non umani istituiscono tra corpo e utensili. Oggetti simbolici ab origine, gli strumenti di lavoro si rivelano elementi indispensabili di quell'inventario delle società umane che l'antropologia non ha mai rinunciato a costruire.
1 Gennaio 2005
Nuovo prisma n. 57
188 pagine
EAN 9788838920387
Salvatore D’Onofrio è docente nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Palermo e membro del laboratorio di Antropologia Sociale del Collège de France. Ha effettuato ricerche sul campo in area mediterranea (Sicilia, Puglia meridionale, Nord Africa), in Costa d’Avorio e fra gli indios del Paraguay. Specialista di cultura materiale e di parentela spirituale, ha organizzato nel 1976 in Sicilia le prime esposizioni degli strumenti di lavoro, contribuendo a disegnare le linee della museografia antropologica fondata sulla ricostruzione, per fasi successive, dei processi produttivi tradizionali. Tra le sue pubblicazioni in Italia: U liettu santu. Un pellegrinaggio sui Nebrodi (Palermo, 1983), La mano di Prometeo (Lecce, 1996), Le parole delle cose. Simboli e riti sociali in Sicilia (Galatina, 1997). Ha elaborato i concetti di atomo di parentela spirituale e di incesto del terzo tipo, pubblicando per le Edizioni della Maison des Sciences de l'Homme L'Esprit de la parenté. Europe et horizon chrétien, con una prefazione di Françoise Héritier. Attualmente lavora intorno alla dimensione simbolica del corpo.
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