L'ascesa verso l'«ordinazione», di un uomo sensibile, nel tormentoso disamoramento per una donna.
Nella sua opera più celebre, Il tradimento dei chierici, Julien Benda analizzava l'attitudine degli intellettuali del Novecento - i chierici -, a tradire, ossia ad abbandonare le astrattezze delle idee proprie del «loro reame che non è di questo mondo», attratti dall'impegno e dalle diverse suggestioni mondane. L'ordinazione, che precede di più di un decennio quel saggio - ed è un romanzo breve, lavoro di scavo, scritto in prima persona a celare, nella esattezza psicologica, quasi ogni evento estrinseco e, del tutto, la mano dello scrittore: e con un titolo che riecheggia appunto la «clericalità» - può leggersi come la storia del tradimento di un chierico. Storia in due tempi distinti: l'ascesa verso l'«ordinazione», di un uomo sensibile che, nel tormentoso disamoramento per una donna, scopre dapprima quelle ragioni del cuore che la ragione non comprende, poi la pietà per la generale sofferenza umana, infine le astrattezze indifferenti, la «cella del chierico»; e la «capitolazione»: anni dopo quel triste amore, studioso e marito rasserenato, il tradimento, il ritorno all'inquietudine mondana, lungo le vie di un tenero compatimento per una persona fragile.
1 Gennaio 1990
La memoria n. 221
140 pagine
EAN 9788838906565
Julien Benda (Parigi, 1867-1956) collaboratore della «Nouvelle Revue Française», scrittore, critico e filosofo. Tra le sue opere: Dialoghi a Bisanzio (1900), Belfagor (1918), Il tradimento dei chierici (1927), La Francia bizantina o il trionfo della letteratura pura (1945). Il romanzo L’ordinazione è del 1911-12.
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