Yves Bonnefoy ha «una concezione rivoluzionaria del fatto critico», le sue analisi «riorientano in un senso totalmente inedito l’approccio alle opere e al fenomeno creativo». Su questa linea, quella di indicare percorsi inesplorati alla lettura dei classici, si muovono i saggi presenti. Essi confrontano, in una originale continuità/discontinuità, il poema di Ariosto e il teatro di Shakespeare.
Dell’opera critica di Yves Bonnefoy, che si affianca a quella di maggior poeta francese vivente, è stato detto che delinea «una concezione rivoluzionaria del fatto critico» e che le sue analisi «riorientano in un senso totalmente inedito l’approccio alle opere e al fenomeno creativo». Su questa linea, quella di indicare percorsi inesplorati alla lettura dei classici, si muovono i saggi presenti. Essi confrontano, in una originale continuità/discontinuità, il poema di Ariosto e il teatro di Shakespeare.
Fulcro ne è l’idealizzazione (poetica) della donna: che «impoverisce e quando deve confessarsi che non offriva di ciò che credeva di amare che una rappresentazione mendace, può farsi risentimento che tenta di finir di distruggere l’oggetto idolatrato poco prima». Più in generale, l’idealizzazione presenta il pericolo di distaccare dalle finalità dell’azione ordinaria, di ridurre il possibile della realtà, il suo essere.
È quanto accade nell’Orlando furioso. La pazzia di Orlando mette in scena, con grande chiarezza, l’idealizzazione della donna e il suo disappunto. Al tempo stesso, si rivela specchio della realtà sociale, sia civile che religiosa, e del contraddittorio rapporto che il poeta stabilisce con essa.
Shakespeare, invece, pare a tratti combattere questa idealizzazione. In Come vi piace, il cui eroe si chiama a sua volta Orlando, «guarisce» Orlando furioso, sembra curarlo dal morbo idealizzante. La lettura di Ariosto-Shakespeare si svolge nei primi due saggi che compongono il volume. Gli altri due sviluppano, in un’analoga chiave interpretativa, l’analisi di altri aspetti dell’opera di Shakespeare. In essi, entrano in gioco il «modo in cui portò la poesia sulla scena», cioè il suo teatro, diversamente dai Sonetti, talvolta esempi di idealizzazione, così come la rappresentazione, nel Macbeth, del mondo notturno, della superstizione e del potere.
11 Settembre 2014
Le parole e le cose n. 31
112 pagine
EAN 9788838932397
Yves Bonnefoy (Tours, 1923) considerato il massimo poeta francese vivente, è autore, oltre che di raccolte liriche, di prose saggistiche sull'arte, di critica, di teoria letteraria e di racconti. È il raffinato traduttore in francese di grandi poeti classici. Questa casa editrice ha pubblicato le prose di Un sogno fatto a Mantova (1979), L'Improbabile(1982), La comunità dei traduttori (2005) e Orlando furioso guarito. Dall’Ariosto a Shakespeare (2014).
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