La memoria di Castelli si muove tra i paesi siciliani di Cefalù e Castelbuono, ritmata dai passi della vita quotidiana.
Nella vena che in questa collana è rappresentata dal Museo d'ombre di Bufalino, dalla Kermesse di Sciascia, da Le abitudini e l'assenza di Addamo, da L'incominciamento di Bonaviri, si inserisce questo libro di Antonio Castelli. Nasce dalla giudiziosa fusione di due libri già pubblicati: ma forse, allora, «intempestivamente». Jules Renard (cui l'essenzialità e il taglio di certe notazioni di Castelli fanno richiamo) diceva che la posterità ha un debole per lo stile. Non siamo alla posteriorità, ma da qualche anno a questa parte un debole per lo stile comincia a riaffiorare che allora, quando i due libri sono apparsi, si era persino in puntiglio di non avere. Il «territorio» (abusatissima parola, oggi) in cui Castelli muove i suoi «passi» è quello di Cefalù: ma con qualche sconfinamento, nell'acuta osservazione quotidiana e nella memoria, ora felice ora dolente, più a monte, verso Castelbuono: il paese della non più mitica ma farmaceutica manna.
1 Gennaio 1985
La memoria n. 106
96 pagine
EAN 9788838902680
Antonio Castelli, siciliano, è nato nel 1923. Ha collaborato al «Mondo» e al «Caffè». Ha pubblicato: Gli ombelichi tenui (Milano, 1962), Entromondo (Firenze, 1968).
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