Con uno scritto di Edgar Allan Poe
Un testo irresistibile e di trascinante lettura, un classico intramontabile, fondamentale per conoscere Shakespeare e per chi ama il teatro. Per la prima volta presentato in traduzione italiana.
«Se c’è qualcosa che possa indurci a leggere un ulteriore commento a Shakespeare, è che sia preceduto dal nome di Hazlitt. Con questo tema trito e ritrito egli ci ha sorpreso, e ci ha sorpreso felicemente. Egli è un critico brillante, epigrammatico, originale, paradossale e suggestivo, ancor più che preciso, luminoso e profondo. In termini di puro e semplice divertimento, è il miglior commentatore che abbia mai scritto in inglese» (Edgar Allan Poe).
Hazlitt può essere considerato il più «europeo» tra gli intellettuali inglesi della sua epoca, vale a dire non ristretto in una esclusiva insularità. Era un bonapartista giacobino, amico della Francia rivoluzionaria, ed ebbe rapporti letterari con l’Italia. La sua opera principale, I personaggi del teatro di Shakespeare del 1817, per la prima volta qui tradotto in italiano, viene unanimemente ritenuto un classico intramontabile.
Legge tutti i drammi attraverso l’analisi minuta dei diversi personaggi del grande poeta, e cita Pope: «I suoi personaggi sono a tal punto la Natura stessa, che è una specie di oltraggio definirli con sufficienza copie di Essa». E in questo senso è stato considerato alla base della tendenza critica del cosiddetto «Character Criticism». Però, nel titolo inglese, la parola chiave «character» può essere riferita, non solo ai personaggi, ma anche al carattere generale dei singoli drammi. Per cui, oltre che fungere da guida di utilità imprescindibile a capire le psicologie, il libro è soprattutto un fondamentale contributo ai più generali studi shakespeariani. Lo stile, la verve, la straordinaria personalità dell’autore, ne fanno infine un saggio di bella lettura, persuasivo ed elegante.
È stato causa di un’implacabile polemica, riaccesasi ad ogni passaggio delicato della storia inglese, dai tempi della Restaurazione seguita alla caduta di Napoleone (che fece di Hazlitt politicamente un emarginato) fino agli anni recenti del post-thatcherismo. La contesa è sulla tendenza conservatrice del grande drammaturgo: «Shakespeare – scrive Hazlitt – sembra avere un debole per il versante dispotico»; e sulla natura in sé aristocratica della poesia: «la causa del popolo, in effetti, si presta poco a fare da argomento alla poesia». Un tema tanto scottante intorno al Bardo delle lettere inglesi da consentire di definire questo «un libro sedizioso» (così ampiamente illustra, nella sua ricca Nota sulla fortuna «politica» di Hazlitt, Alfonso Geraci).
3 Marzo 2016
La diagonale n. 136
320 pagine
EAN 9788838934544
Formato e-book: epub
Protezione e-book: acs4
William Hazlitt (1778-1830), critico, filologo, pittore, giornalista, è uno dei grandi scrittori di saggi della letteratura in inglese. Dalla vita tormentata, fu amico – e spesso avversario polemico – dei più grandi letterati, europei e inglesi, del suo tempo. Tra le altre sue opere: Lectures on the English Poets (1818), Liber Amoris (1823), The Spirit of the Age (1825), The Life of Napoleon Buonaparte (4 voll., 1828-30).
Chi ha consultato la pagina di questo libro ha guardato anche: