I suoi personaggi, sempre donne, per lo più fanciulle contadine allo schiudersi di aspettative subito deluse, o vecchie sul finire della vita che ricordano; presso paesaggi di campagna che portano le piaghe della storia. E incastrate tra queste piaghe e un frammento di dolore personale intensissimo, le donne di Laura Pariani discorrono con l'immensità.
«Il bello del lavoro dello scrittore sta proprio in questo: può riscattare delle vicende che nella realtà sono sempre frantumate e caotiche», racconta di sé Laura Pariani (e parafrasa il senso del narrare le storie che era già secondo Omero: gli dei tessono sventure per gli uomini affinché le generazioni future abbiano qualcosa da cantare). Laura Pariani ha poi bisogno di una data precisa, e di un luogo circoscritto, di un fatto anche minuscolo: «ai margini della storia ufficiale, frammenti, brandelli di storie dimenticate e vaghe» -, e suoi personaggi cominciano a muoversi, a prendere sensibilmente vita, con un senso del tempo e del ritmo che ha davvero qualcosa di prossimo al respirare stesso (e una aderenza tra materia del racconto e stile assai rara ormai nella nostra frettolosa letteratura). Sono i suoi personaggi - in questo libro di racconti, come nel precedente Di corno o d'oro - sempre donne, per lo più fanciulle contadine allo schiudersi di aspettative subito deluse, o vecchie sul finire della vita che ricordano; quasi sempre, presso paesaggi di campagna che portano, appena accennate ma visibilissime, le piaghe della storia. E incastrate tra queste piaghe e un frammento di dolore personale intensissimo, con la forza dello stoicismo contadino che viene loro dalle filastrocche, dai proverbi, dai racconti dei vecchi, le donne di Laura Pariani discorrono con l'immensità.
1995
La memoria n. 337
172 pagine
EAN 9788838911415
Laura Pariani (1951), pittrice e sceneggiatrice, è autrice di numerosi romanzi e di una ventina di opere teatrali. Con questa casa editrice ha pubblicato Di corno o d’oro (1993, Premio Grinzane Cavour, Premio Chiara), Il pettine (1995, Premio Chianti), La spada e la luna (1995, Premio Elsa Morante) e, con Nicola Fantini, Nostra Signora degli scorpioni (2014, Premio Onor d’Agobbio), Che Guevara aveva un gallo (2016) e Arrivederci, signor Čajkovskij (2019).
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