Un Pirandello guardato «di sbieco», attraverso contenuti e temi passati inosservati o considerati poco significativi, per scoprirne la più vera e inquieta modernità.
Salvatore Ferlita mostra in queste pagine quanto ci sia di sconosciuto, di nascosto e di velato, in uno scrittore studiatissimo qual è Pirandello. Basta guardarlo «di sbieco», cioè andando a scovare capitoli, atteggiamenti mentali e culturali, contenuti e temi passati inosservati o considerati poco significativi.
Qualche esempio: squarci di vita da bambino, da marito, da padre, filtrati dal setaccio analitico di passi narrativi o di memoria; oppure Pirandello e il sesso, e la religione, il fastidio per la retorica del Risorgimento e la diffidenza verso la legge; o ancora il cupo nichilismo delle tarde novelle; e così via. Ed è proprio – mira a concludere l’autore – guardando Pirandello dal giro dei suoi angoli bui, dal fondo dei suoi «buchi neri», che se ne scorge la più vera e inquieta modernità.
2024
Le parole e le cose n. 37
128 pagine
EAN 9788838946592
Salvatore Ferlita (Palermo 1974) è professore ordinario di Letteratura italiana contemporanea presso l’Università degli studi di Enna Kore. Critico letterario e saggista, collabora a «la Repubblica» (edizione siciliana) e dirige diverse collane editoriali. Ha pubblicato, tra l’altro, I soliti ignoti (2005), Contro l’espressionismo. Dimenticare Gadda e la sua eterna funzione (2011), Le arance non raccolte. Scrittori siciliani del Novecento (2011), Non per viltade. Papi sull’orlo di una crisi (2013), Palermo di carta. Guida letteraria della città (2013, 2019) e Harry Potter, il mago di carta. Itinerari letterari nel mondo di Hogwarts (2023, scritto con Alessandro Cutrona). Con questa casa editrice Sperimentalismo e avanguardia (2008) e Pirandello di sbieco (2024).
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