Oscar Wilde incontra Joseph Merrick, l’uomo deforme conosciuto come Elephant Man che sostiene di aver recentemente interpretato il ritratto di Dorian Gray. Ibrido tra romanzo e pièce teatrale, Il poeta e il suo mostro mette in scena un dialogo cupo e profondo tra due personaggi, due maschere, ognuna con il proprio ruolo, in un gioco di svelamenti dalle atmosfere lynchiane.
«In un tardo pomeriggio autunnale del 1900, alla periferia di Parigi, Oscar Wilde camminava nel fango. La pioggia era cessata solo da un paio d’ore e il terreno dove stazionava abitualmente la piccola fiera delle meraviglie a buon mercato era molle, impregnato d’acqua. Il cielo scuro di nubi anticipava il crepuscolo. Continuava a guardarsi attorno in una sua inquieta ricerca. Indossava un abito grigio a righe, un soprabito di tonalità più chiara con il colletto di velluto, una bombetta nera. Ma erano indumenti gualciti, consunti, che ispiravano un’aria di trascuratezza e con i quali le scarpe e i pantaloni infangati sembravano in qualche modo accordarsi. La sua faccia, che attirava l’attenzione delle persone che incrociava e soprattutto dei bambini, che la indicavano con gridolini di gioia, era completamente bianca, coperta da un impasto di unguento e cipria».
Oscar Wilde, povero e solo nel suo esilio parigino, entra in uno scalcinato teatrino da fiera, dove l’unica presenza è un uomo rintanato nel buio del palcoscenico. L’uomo gli dice di aver recitato nel Ritratto di Dorian Gray la parte principale, vale a dire quella del ritratto. Quindi si mostra e si svela: è Joseph Merrick, l’elephant man dalle repellenti deformità, diventato celebrità da baraccone. Con lui il poeta inizia un drammatico rendiconto della propria vita, la storia particolareggiata dell’umiliante processo che lo ha portato alla rovina. Merrick gli rinfaccia peccati e viltà. Ma l’uomo elefante, in quel tempo, non dovrebbe essere morto? E allora chi è quel personaggio che sta costringendo Oscar sul palcoscenico della confessione finale?
3 Aprile 2024
Il divano n. 340
160 pagine
EAN 9788838946608
Formato e-book: epub
Protezione e-book: acs4
Furio Bordon è nato e vive a Trieste. A ventisei anni lascia la professione di avvocato per dedicarsi alla scrittura e alla regia teatrale. Ha diretto il Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia, il Teatro Romano di Trieste, il Mittelfest Prosa di Cividale.
Il suo maggior successo, Le ultime lune, è stato tradotto e allestito all’estero in venti lingue. Con questa casa editrice ha pubblicato Il canto dell’orco (2007), A gentile richiesta (2009) e Il poeta e il suo mostro (2024).
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