Lo «sciopero alla rovescia» di Trazzera vecchia e l’arresto di Dolci; gli antefatti, l’istruttoria, i riflessi politici e il dibattito processuale. Ciò che avvenne nelle piazze, nelle camere di polizia, sui giornali, nei tribunali, fu lo scontro sui modi opposti di considerare la legalità in Italia: la Costituzione, come regola vivente dei cittadini, contro la pratica dell’autoritarismo gerarchico, eredità fascista.
Il 2 febbraio 1956 Danilo Dolci veniva arrestato mentre guidava un gruppo di braccianti a lavorare nella Trazzera vecchia, una strada nei pressi di Partinico abbandonata all’incuria. Al commissario di polizia che era intervenuto per interrompere quello «sciopero alla rovescia», come venne chiamato, Dolci rispose che «il lavoro non è solo un diritto, ma per l’articolo 4 della Costituzione un dovere: che sarebbe stato, era ovvio, un assassinio non garantire alle persone il lavoro, secondo lo spirito della Costituzione». L’accusa era di occupazione di suolo pubblico e resistenza a pubblico ufficiale e a Dolci e ai suoi venne negata la libertà provvisoria. L’opinione pubblica allora si mobilitò contro la polizia e il governo Tambroni, deputati e senatori intervennero con interrogazioni parlamentari, le voci più influenti del paese si schierarono a fianco di Dolci. Ciò che avvenne intorno allo sciopero alla rovescia di Trazzera vecchia, nelle piazze, nelle camere di polizia, sui giornali, nei tribunali, fu lo scontro sui modi opposti di considerare la legalità in Italia: la Costituzione, come regola vivente dei cittadini, contro la pratica dell’autoritarismo gerarchico, eredità fascista. Da qui il titolo del libro, che significava che le autorità trascinavano alla sbarra, non tanto il gruppo dei manifestanti, quanto la Costituzione stessa. Pubblicato nello stesso 1956, pochi mesi dopo la condanna di Dolci, Processo all’articolo 4, in quanto cronaca, è un documento prezioso per capire quanto fosse incredibilmente tribolata la strada per affermare la democrazia repubblicana in Italia. Per riflettere su dove saremmo oggi, senza «ribellioni» e «ribelli».
Un instant book scritto nella lingua parlata, che mostra prima di argomentare, che usa il montaggio di pezzi di realtà per denunciare; il cui scopo è prima di tutto in se stesso: schiudere le porte del mondo scritto agli umiliati e offesi del mondo non scritto.
15 Settembre 2011
La memoria n. 866
440 pagine
EAN 9788838925818
Formato e-book: epub
Protezione e-book: acs4
Danilo Dolci (Sesana, 1924-Trappeto, 1997), dopo l’esperienza di Nomadelfia, «la città dove la fraternità è legge», venne a Trappeto vicino a Trapani, iniziando un’instancabile attività di animazione sociale. Tra le sue opere: Spreco (1960), La struttura maieutica e l’evolverci (1996). Con questa casa editrice: Racconti siciliani (2008, 2024), Banditi a Partinico (2009), Processo all’articolo 4 (2011) e Inchiesta a Palermo (2013).
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