Promessi sposi d’autore. Un cantiere letterario per Luchino Visconti

Promessi sposi d’autore. Un cantiere letterario per Luchino Visconti

A cura di Salvatore Silvano Nigro, Silvia Moretti

Questo libro ricostruisce la storia del cantiere di scrittura cinematografica dei Promessi Sposi: i progetti di scrittori e intellettuali quali Moravia, Bassani, Soldati, Bacchelli, Guglielmo Alberti, Emilio Cecchi, Marino Parenti, Antonio Baldini, recuperati negli archivi, ordinati e contestualizzati da Salvatore Silvano Nigro e da Silvia Moretti.

Nelle carceri del fascismo, nei luoghi dell’esilio e del confino, e durante la guerra di liberazione nazionale, I promessi sposi di Alessandro Manzoni diventarono un compagno di veglia, un alleato dei pensieri: un «gran libro di “guerra e pace”... il vero libro di ogni tempo di emergenza». Il 28 ottobre del 1943, Pietro Pancrazi scrisse a Calamandrei: «Caro amico, sono contento che tu ti sia rimesso a leggere I promessi sposi. Non c’è nessun altro libro nostro che possa far tanta compagnia, e dar la via a tante riflessioni e pensieri, e fornire tante riprove a quel che si pensa e si sente sugli uomini e sulle cose e su noi stessi, come quello di don Lisander. Ho sempre pensato che se dovessi andare in galera (non è detta l’ultima parola) e mi fosse consentito un libro solo, porterei quello. Ed è un libro ugualmente buono nei momenti quieti e solitari, come in quelli agitati e pieni di faccende e di cose. Ci trovi sempre quello che fa per te: ti stimola all’azione – almeno a quella morale – quando sei troppo solitario, e ti riporta dentro te stesso quando sei troppo preso o disperso dagli affari. Che libro! Ne riparlerei molto volentieri con te... In questi giorni t’invidio, proprio ti invidio I promessi sposi, specie verso quei capitoli sulla guerra la fame e la peste (che sono un bellissimo programma per il nostro avvenire prossimo)».
La Lux Film decise di riportare sugli schermi il romanzo di Manzoni, in quanto «libro di ogni tempo di emergenza», morale, politica e sociale; adatto anche, negli anni della ricostruzione, a suggerire «una via di sviluppo al neorealismo»: al passaggio dalla cronaca alla storia. Chiese il sostegno di critici e di scrittori. Aprì due inchieste consecutive, alle quali risposero Moravia, Bassani, Soldati, Bacchelli, Guglielmo Alberti, Emilio Cecchi, Marino Parenti, Antonio Baldini, e il traduttore inglese dei Promessi sposi Archibald Colquhoun. Si dibatté per circa dieci anni, dal 1954 al 1963. Ne nacque un caso Manzoni, sul doppio versante della letteratura e del cinema. Furono coinvolti due grandi registi: il Fellini del film La strada e il Visconti di Senso. Non fu però possibile portare a compimento il progetto. Rimangono i titoli dei due episodi previsti, dei due «quadroni» alla maniera dei teleri barocchi (riproposti e studiati da Roberto Longhi e dai suoi allievi): Il pane e La peste. Il regista prescelto era Luchino Visconti. Le carte del caso Manzoni sono in gran parte sopravvissute. Finalmente recuperate negli archivi, ordinate e contestualizzate, costituiscono l’ossatura di questo libro curato da Salvatore Silvano Nigro e da Silvia Moretti.

2015

La nuova diagonale n. 107

196 pagine

EAN 9788838931789

Formato e-book: epub

Protezione e-book: acs4

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