Prometeo genetista. Profitti delle tecniche e metafore della scienza

Prometeo genetista. Profitti delle tecniche e metafore della scienza

Traduzione dal francese di Nicola Cusumano, Franco Giorgianni
Titolo originale: Prométhée généticien. Profits techniques et usages de métaphores
A cura di Franco Giorgianni

Con un saggio di Mauro Capocci

«Tutte le arti ai mortali vengono da Prometeo». Nella lettura classica Prometeo è l’eroe culturale che fa accedere i mortali alle arti tecniche, ma anche colui che permette agli umani di leggere il mondo fornendoli degli strumenti della decifrazione dei segni. È colui che quindi permette agli uomini di «farsi» tali, di ricrearsi in qualche modo, uscendo dallo stato ferino. Il mito che rappresenta la scienza, e insieme la superbia umana che supera i limiti, non solo strappando agli dei la creazione ma anche contrastando i capricci del Caso. In parallelo, se pur a distanza di millenni, scienze della vita e biotecnologie, l’ingegneria che permette la manipolazione del codice genetico, presentano caratteri che a quel racconto rimandano. Di nuovo, attraverso una semiotica (il DNA è tradizionalmente inteso appunto come un codice), all’uomo è dato di crearsi da solo: un’«antropopoiesi», un’autocreazione che consentirebbe alla scienza umana di sostituirsi anche alle leggi deterministiche del caso. «Dal punto di vista scientifico – scrive l’Autore – si potrebbe verosimilmente ammettere che l’uomo prenda il posto di Prometeo, ossia quello di Zeus. Ci si può domandare se l’uomo sia in grado, se non in diritto di sostituirsi alla potenza del caso che, nella tragedia greca, agisce spesso sotto la forma dellatyche, della sorte, buona o cattiva». Sono due rappresentazioni culturali che lontane nel tempo sembrano tornare a incontrarsi. Il Prometeo di Eschilo Esiodo e Platone, e il Prometeo, per così dire, genetista, oggi possono essere messi a confronto, tra filologia, antropologia e scienza, per illuminare rispettivamente le proprie implicazioni metaforiche, epistemologiche, ed anche etiche, cioè a dire le visioni dei limiti che gli uomini pongono all’umano.

Autore

Claude Calame, ellenista e antropologo svizzero, ha insegnato nelle Università di Losanna, Urbino e Yale, ed è attualmente directeur d’études all’École des Hautes Études en Sciences Sociales, e membro del Centre AnHiMA a Parigi. È internazionalmente noto per i suoi studi, in parte tradotti in italiano, sull’eros nella Grecia antica (L’amore in Grecia, Roma 1984; I Greci e l’eros, Roma 2010, 2a ed.), sulle forme del racconto poetico (Il racconto in Grecia, Roma 1988) e sulla creazione e la pragmatica dei miti (Poetiche dei miti nella Grecia antica, Lecce 2011). Con Sellerio ha pubblicato Prometeo genetista (2016) e L’uomo e il suo ambiente (2021). Alle ricerche antropologiche sul campo affianca la partecipazione attiva alla vita politica e ai movimenti sociali e la passione per l’alpinismo.

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