Un giovanissimo scrittore di un’epica del quotidiano, dell’eterno bisogno di provare a se stessi che si è veri, in tre racconti dell’inappagata ricerca di un’unità dell’esperienza dentro un mondo frantumato e narcisista.
«Un libro perfetto, se è concesso che ogni tanto anche il critico si lasci andare».
Giovanni Pacchiano, Il Sole - 24 Ore
«Tre racconti esemplari: tre storie di quelle che uno pensa vorrei averle scritte io, sapendolo fare, o almeno averle immaginate».
Concita De Gregorio, La Repubblica
«Pietro Grossi è una felice scoperta di casa Sellerio, una vocazione letteraria non ipotecata dalle mode, dalle scuole di scrittura, dalle avanguardie à la coque. I tre racconti d’esordio sono lì a documentarla, ciascuno una prova sicura».
Bruno Quaranta, ttl - La Stampa
Nel 2006, appena uscito, questo libro suscitò subito una magnetica attrazione nei lettori e nella critica che parlò di una rivelazione. Fu un vero caso letterario. Sarà stato quell’inizio folgorante: «A me la faccenda della boxe piaceva parecchio. Non so cos’era. Forse anche la formidabile sensazione che c’era un luogo dove avevo qualche numero, o dove comunque potevo battermi ad armi pari». O il titolo che con vaghezza ricorda Hemingway e i raccontatori americani, al cui forte modo di sentire realistico e poetico questi tre racconti nettamente si ispirano. O la giovinezza dello scrittore che aveva allora ben meno di trent’anni. O questo parlare di giovani che la copertina fa balenare, in lotta, avversari e complici, per una specie di unità dell’esperienza perduta in frammenti.
Un’attrazione poi sostenuta, aprendo il volume, dall’intensità eccezionale del primo racconto, Boxe. Narra del Ballerino e della Capra: è come se tutto il loro tempo, quello breve trascorso ma anche il futuro, fosse stato disegnato per il loro incontro sul ring. Il Ballerino è per bene e «sfigato» secondo l’autodefinizione; con la sua leggerezza da libellula sul quadrato, è diventato una leggenda, La Capra, è povero, è sordo ed è un campione che scala la vittoria come le capre i burroni. È questo un ritratto che si incide nel profondo, di ragazzi alle prese con l’iniziazione alla vita e con l’illusione accecante del segreto dell’esistenza.
Cavalli, il secondo racconto, ha come un andamento di ballata in spazi aperti: due fratelli, ricevono dal padre due cavalli e il via al loro destino. Uno dei due va in città in cerca di avventura, l’altro resta. Una ferita aperta da lavare li ritrova fianco a fianco e svela chi è già uomo e chi deve ancora diventarlo.
La scimmia, il terzo, narra la voglia di sparire come soluzione possibile: l’amico conosciuto come più ricco, più fortunato, improvvisamente decide di essere una scimmia. Il velo del delirio si attacca all’amico sano quasi a rappresentare un’altra visione della vita, come il nostro doppio che ci sta sempre accanto.
12 Ottobre 2017
La memoria n. 1078
200 pagine
EAN 9788838937200
Formato e-book: epub
Protezione e-book: acs4
Pietro Grossi è nato a Firenze nel 1978. Ha pubblicato con Sellerio Pugni (2006, Premio Cocito Montà d’Alba, Premio Chiara, Premio Fiesole, finalista Premio Strega, Premio Campiello Europa 2010) e L’acchito (2007).
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