Una classica giovane coppia americana di passaggio nella Vienna del dopoguerra si imbatte in un triplice omicidio.
«In principio c'era terra e pietra ed una goccia d'acqua. La terra e la pietra ristanno, ma l'acqua si muove, cresce. Si fa rivolo e torrente, il torrente diventa fiume. Ci sono molti fiumi. Uno è il Danubio, un altro è la paura». Sembra uno di quei soggetti che piacevano ad Hitchcock (e non è detto che il pressoché ignoto Holiday Hall, scrivendo Qualcuno alla porta, non avesse in mente le figure di James Stewart e Doris Day, o di Cary Grant e Grace Kelly). Una classica giovane coppia americana, a Vienna per affari (una Vienna del dopoguerra: con le macerie, le zone angloamericane e russe, i viennesi che cercano di sopravvivere e sentono il peso di una colpa collettiva), inciampa senza intenzione in un triplice omicidio. E, un passo dopo l'altro, Casey e Felicia, essendo cacciatori e cacciati nello stesso tempo, si mettono nei guai. Un passo dopo l'altro, un particolare accanto a un altro e - hitchcockianamente - quanto più breve è il passo, quanto più irrisorio il particolare, tanto più cresce la tensione: così li segue il lettore, senza capire bene se stia seguendo le orme di un assassino, un intrigo internazionale, una caccia fatale. Di Holiday Hall, Qualcuno alla porta è il secondo, e ultimo noto, romanzo «giallo». Il primo, La fine è nota ha fatto pensare a Leonardo Sciascia di trovarsi di fronte a uno scrittore «di qualità diversa, di livello più alto, di miglior vocazione e di diverso avvenire». E cosa sia questa qualità diversa si può forse ravvisare in un modo particolare, lento inatteso inesorabile, di amministrare il crescendo della storia (di fare suspence).
1 Gennaio 1992
La memoria n. 255
276 pagine
EAN 9788838908248
Della vita di Geoffrey Holiday Hall non si sa quasi nulla. Americano, fu autore di due romanzi, entrambi pubblicati da questa casa editrice: La fine è nota (scritto nel 1949; comparso in Francia con altro titolo e una conclusione diversa, vinse nel 1953 il Grand Prix de la Littérature Policière) e Qualcuno alla porta (scritto nel 1954). Il suo editore americano non conserva più traccia di lui negli archivi.
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