I racconti in lingua inglese (per sfuggire al conformismo) di una autrice italiana tra Ottocento e Novecento. Commedie del corteggiamento, satire del sentimento, li definiva l'autrice, ma di perturbante, ansiosa modernità.
Commedie del corteggiamento, satire del sentimento: è dell'autrice stessa la definizione di questi racconti di donne, d'ambientazione raffinata e in cui il sesso maschile è relegato sullo sfondo, in un ruolo al massimo di oggetto della sensibilità tutta al femminile della protagonista, dei suoi giochi mentali o del capriccio. L'assoluta femminilità, infatti, era una delle caratteristiche di questa scrittrice, che conobbe un vastissimo successo agli inizi del Novecento e a cavallo dell'oceano, tra l'Italia di origine e il mondo anglosassone dove le vicende di una vita movimentata e indipendente l'avevano messa. A notarlo fu il grande critico del tempo Giuseppe Antonio Borgese, quando disse: «gli uomini non sono che comparse», rilevando insieme la sproporzione tra il valore intrinseco dell'opera e l'autocoscienza di una autrice che scriveva su un registro leggero («Annie Vivanti scrive dei capolavori senza volerlo e senza saperlo»). Addirittura in Capriccio, uno dei racconti, del 1899, il rovesciamento è completo e scabroso per i tempi: Lucy, bianca e cinica dama, compie su un uomo il misfatto che tanti uomini hanno compiuto ai danni di donne: compra il napoletano Cicillo, lo conduce con sé in America, consumandolo in un' oppressione erotico-sentimentale fino all'annientamento. Negli altri, l'amore si fa gioco delle esistenze in varianti diverse. Ma in tutti, con un progressivo straniamento dalla materia sentimentale da cui le storie erano partite, si rovescia l'iniziale vena romantica in un intelligente, e tagliente, cinismo; e quasi si scopre in Annie Vivanti una vena più temibile e ardita dei ruoli da letteratura femminile in cui fu arruolata. Questi racconti, originariamente scritti in inglese forse anche per la scabrosità di alcuni contenuti, sono tradotti per la prima volta in italiano.
1 Gennaio 2005
La memoria n. 647
184 pagine
EAN 9788838920424
Annie Vivanti (Londra 1866-Torino 1942) visse tra l'Inghilterra, la Svizzera, gli Usa e l'Italia. Esordì con la raccolta poetica Lirica (1890), con la prefazione di Giosue Carducci, seguita dal romanzo Marion artista di caffé-concerto (1891). Fra la giovane ed il grande poeta intercorse, fino alla morte di lui, un'intensa amicizia sentimentale. Sposatasi nel 1892 col patriota irlandese John Chartres, la Vivanti visse vent'anni tra Inghilterra e America, pubblicando racconti, romanzi e testi teatrali mai giunti in Italia, dove si credeva conclusa la sua carriera letteraria. Ma nel 1911 il romanzo I divoratori segnò la rinascita della produzione in Italiano, e la ripresa di un successo ininterrotto. Di Annie Vivanti questa casa editrice ha pubblicato: Racconti americani (2005) e Marion artista di caffè-concerto (2006).
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